Nella letteratura l'avvenimento è l'incontro con gli autori
“L'uomo vive una vita pienamente umana grazie alla cultura. Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”. Prendiamo a prestito le parole di San Giovanni Paolo II per introdurci ad una grande realtà che da ventiquattro anni viaggia sui binari della fede, della cultura e della bellezza.
Stiamo parlando dei “Colloqui Fiorentini” che riuniscono migliaia di studenti provenienti da tutta Italia per dialogare sui grandi autori della letteratura italiana. L'ultima edizione è stata dedicata a Giovanni Pascoli mentre la prossima avrà come protagonista la figura scomoda ma affascinante di Pier Paolo Pasolini.
E' una iniziativa rivolta alle scuole superiori ma non ha un taglio accademico, da manuale. Offre piuttosto un'esperienza umana perché vuole essere un'occasione per riscoprire quanto la bellezza dei classici e della letteratura sia carica di senso e di verità per l'orizzonte della nostra società e dei nostri ragazzi. E Dio sa quanto ce n'è bisogno in questi tempi così cupi e difficili.
Ci sono tanti modi per approcciarsi a questo metodo che un gruppo di insegnanti fiorentini e non solo ha proposto ai loro colleghi. Uno potrebbe essere quello di ripercorrere le varie edizioni attraverso il libro “Lingua mortal non dice” pubblicato dalla casa editrice Ares.
Il volume, che gode della autorevole e bella prefazione di Davide Rondoni, è stato realizzato da Pietro Baroni, attuale anima della manifestazione nonché docente presso i licei fiorentini. Sono state raccolte le sue relazioni, sempre molto puntuali e ricche di spunti, in cui prendono vita i vari protagonisti di questo tentativo di affondo sulla letteratura. Abbiamo citato Pascoli e Pasolini ma potremmo dire anche di Leopardi, Manzoni, Pirandello, Ungaretti, Buzzati e Montale, solo per citarne alcuni.
La fatica di Baroni, però, non ha come obiettivo quello di fornire alle scuole l'ennesimo manuale da utilizzare durante l'anno. Trattasi piuttosto di un viaggio suggestivo, pieno di passione e ricco di suggerimenti didattici, questo sì, che ricorda a tutti, docenti e alunni, che la letteratura offre sorprendenti spunti per vivere all'altezza del cuore dell'uomo.
E che la letteratura e la cultura siano strumenti fondamentali della riscoperta della nostra umanità ferita è emerso in maniera chiara e cristallina alla presentazione del libro, avvenuta la settimana scorsa all'interno della Libreria universitaria Campus nel quartiere di Novoli. Un evento, organizzato dal Centro Culturale presente con il vicepresidente Matteo Romagnoli, che ha richiamato gli attuali alunni di Pietro ma anche tanti ex che gli hanno voluto così testimoniare stima per un professore che mette le giovani generazioni a confronto con i grandi autori.
E' stato lo stesso autore a spiegare il suo metodo: “Noi partiamo da un fatto che ci è accaduto e non dalla capacità di analisi nell'affronto dei problemi. Il centro è qualcosa che ci ha presi, ci ha travolti, ci ha affascinati. E' una grazia averla incontrata, seguita e poi volerla comunicare a tutti coloro che incontriamo. Insegnare perciò per noi è portare agli altri questa grande esperienza di sé”.
Ma come questo si traduce nell'insegnamento della letteratura? “In questo caso l'avvenimento è l'incontro con gli autori, mettersi in dialogo con una persona, non con un nome che c'è su un manuale. La sua conoscenza nasce nel dramma di quell'incontro che non può essere pensato prima. A quel punto i ragazzi cominceranno a farsi delle domande. Leggere una poesia o un testo è aprirsi ad una improvvisa rivelazione del mondo, il resto viene dopo”.
In questi anni sono tante le testimonianze di come questo modo di fare scuola abbia prodotti grandi risultati. “Non è vero che i ragazzi siano piatti, non desiderano nulla. Loro anzi scoppiano di desiderio, hanno una profondità che non ci immaginiamo neppure. Il nostro compito è tenere accesa questa fiamma e gli autori ci aiutano perché hanno scritto affinché anche la loro fiamma non si spegnesse”.
Ad avvalorare le parole di Baroni ci pensa Tommaso Pagni Fedi che attualmente è docente di Lettere a Prato ma che da studente partecipò nel 2012 ad una edizione dei Colloqui Fiorentini durante la quale presentò anche un cortometraggio. Raccontando la sua esperienza, ha confessato che era “un adolescente alla ricerca di me stesso. Ma parlando di Foscolo piano piano parlavamo di noi. Tornato a casa parlai con i miei genitori al quali dissi che non potevo affrontare i problemi da solo ma avevo bisogno di una compagnia”.
Un criterio che ha guidato Tommaso in tutta la sua vita, anche ora che lavora e ha una famiglia. Fa l'esempio della scelta universitaria che è emblematica di un percorso. “Decisi di fare Lettere perché attraverso la letteratura scoprivo chi ero. Il mio desiderio era quello che ciò che era accaduto a me potesse accadere anche ai miei futuri alunni”.
Cosa che è poi puntualmente accaduta. Lo scorso anno il professore ha portato i suoi studenti ai Colloqui. “L'evento che più mi ha commosso è stato vedere un ragazzo che aveva perso il padre di recente intervenire davanti a 600 coetanei. Le sue parole sono state un miracolo. E' voluto andare a fondo del suo dolore. In quei giorni ha scoperto che aveva bisogno di qualcosa che fosse in dialogo con la sua sofferenza”.
Che i Colloqui abbiano l'ambizione di far studiare la letteratura per scoprire chi siamo veramente è venuto fuori anche dalle parole di Paolo Perego, giornalista della rivista Tracce. “I Colloqui hanno insegnato un metodo: la realtà è una compagnia rispetto alle domande che ciascuno di noi si porta dentro. Gli autori diventano compagni di vita che ti richiamano al desiderio che abbiamo nel cuore. Partecipando alle varie edizioni, mi sono accorto di questa possibilità di diventare amico di qualcuno vissuto tanti anni prima di te ma in cui scopri il tuo stesso cuore. Un'amicizia, dunque, che mi tiene desto rispetto a ciò che desidero di più”.
Fin qui il passato ma è tempo di scaldare i motori per l'edizione di quest'anno che, come dicevano all'inizio, sarà incentrata su Pasolini con un titolo che già garantisce faville: “E' impossibile dire che razza di urlo sia il mio”. In agenda è già fissato un incontro di presentazione. La data è il prossimo 15 ottobre, l'orario è dalle 10:30 alle 12:00, il luogo il Teatro Le Laudi ma sarà possibile seguire anche in collegamento streaming sul canale youtube. Seguirà il lavoro nelle scuole e poi il convegno finale dal 27 febbraio al 1° marzo con grandi nomi che però non vi anticipiamo.
Bellissimo articolo, fedele a quanto è accaduto alla Libreria Campus venerdì scorso: un evento che ha documentato come sia possibile tenere desto il cuore dei giovani nell' incontro con un autore e con un adulto che per primo con lui entri in dialogo. Grazie Pellegrino!