
"Silvia è stato un testimone per tutti, non ha parlato a vanvera"
Anche quest'anno i familiari e gli amici di Silvia si sono dati appuntamento sabato scorso nella chiesa di San Giovannino dei Cavalieri per ricordarla nel suo secondo dies natalis.
Ed anche quest'anno è stato sorprendente constatare quante persone hanno raggiunto via San Gallo, quanti giovani soprattutto; segno che la sua vita, seppur breve, è stata una testimonianza straordinaria di fede, di amore e di servizio verso gli altri.
Un esempio che continua a parlare e interrogare chi ha avuto la fortuna di conoscerla ma anche tanti che l'hanno incontrata dopo la sua salita al Cielo avvenuta il 27 febbraio 2023, all'età di 28 anni.
La memoria della “Sissa”, come veniva affettuosamente chiamata in famiglia e nella sua cerchia di amici, non è affatto nostalgia per un passato che non ritornerà ma gratitudine per il compimento della sua vita, per il raggiungimento della sua pienezza.
Lo ha evidenziato molto bene suo marito Matteo che ha preso la parola al termine della Santa Messa. “Silvia è nella pienezza del suo destino. E non c’è ferita, dolore, ingratitudine o dimenticanza che possa rendere questo meno vero... Già ora, già qui, posso vedere ciò che Silvia vede nel compimento della sua vita, nella pienezza del suo destino”.
E' per questa gratitudine che Matteo ha chiesto un aiuto a tutti i presenti per continuare a servire la vita di Silvia. “E' nato in noi il desiderio di raccogliere e conservare tutto ciò che lei ci ha lasciato come traccia. Non solo per chi rifiorisce nel ricordo di una vita vissuta insieme, ma soprattutto per chi testimonia che Silvia appartiene a un Altro, pur non avendola mai vista né incontrata prima”.
A tal proposito, chiunque abbia scritti, messaggi, lettere, foto, video o testimonianze di Silvia, o di ciò che la sua memoria sta generando oggi, e desideri condividerli, può farlo inviandoli alla mail che è stata creata: silvia.simo.roma@gmail.com.
“Silvia è la prova vivente (vivente è un presente) di come ogni circostanza sia un fattore essenziale della propria felicità”, ha concluso il marito.
In precedenza, era toccato a don Ignacio Carbajosa, da tutti conosciuto come Nacho, parlare di Silvia, della sua testimonianza, del compito che ci ha lasciato. Lui che l'ha conosciuta molto bene avendo celebrato negli anni prima il matrimonio con Matteo e poi il suo funerale.
Silvia, ha esordito Nacho, “è stato un testimone per tutti noi. Innanzitutto un testimone perché lei non ha parlato a vanvera. Le parole che noi ricordiamo, il suo atteggiamento davanti alla vita, nascevano in mezzo al dolore, alla malattia, si confrontavano con l’orizzonte della morte”.
Poi rivolgendosi direttamente a lei ha aggiunto: “Tu Silvia non sei stata una che ti sei ritirata dall'affezione, tanto (direbbero alcuni) tutto finisce con la morte e conviene dunque non attaccarsi troppo alle persone… Anzi ti sei proprio affezionata a tutti in un modo anche fisico, pieno di calore: ai tuoi malati, ai disabili, ai tuoi amici, a tuo marito”.
Ma quale era la sorgente di tutto questo amore? La risposta è nelle parole della stessa Silvia che poi sono state opportunamente stampate sul retro dell'immaginetta ricordo distribuita al termine della messa. “A chi è stato dato tanto, molto sarà chiesto. Forse è per questo che mi sta accadendo tutto, perché mi è stato dato tanto: la grazia enorme di conoscere Gesù”.
E ancora: “Quello che ho fatto l'ho fatto per amore e vedere i frutti di questo mi fa capire che la mia vita ha avuto, e ha, un senso: dare questo amore”.
Dinanzi a queste parole non si può restare indifferenti e continuare a vivere nella distrazione. Perciò l'omelia di Nacho si è conclusa con un appello: “Siamo chiamati, oggi specialmente dalla Silvia, a non perdere il tempo in questo percorso di conoscenza del vero Amante della nostra vita. È in gioco la verità dell’istante e la possibilità di non temere la morte”.
La vita di Silvia è un presente perciò è bello anche ricordare ciò che lei ha vissuto e di cui abbiamo parlato altre volte ai nostri lettori. Silvia è nata il 19 settembre 1994 a Firenze ed è cresciuta in una famiglia numerosa insieme ai fratelli Matteo, Caterina e Tommaso. Dopo aver frequentato le scuole di Monticelli all'Isolotto, si laurea come educatrice professionale e pedagogista clinico, con l'ambizione di lavorare nel settore della disabilità.
Nel 2019, le viene diagnosticato un carcinoma ovarico al terzo stadio. Nonostante le difficoltà, mantiene un atteggiamento positivo, affidandosi alla fede e al supporto di familiari e amici.
Oltre a proseguire gli studi universitari, conseguendo la laurea magistrale in pedagogia clinica, Silvia fonda Acto Toscana, un'associazione dedicata a supportare donne affette da tumore ovarico. La sua missione è fornire supporto e solidarietà, affinché nessuna donna si sentisse sola nella lotta contro questa malattia.
Nel luglio 2021, Silvia sposa Matteo nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze. Nonostante le sfide legate alla malattia, la coppia decide di costruire una vita insieme, condividendo momenti di gioia e speranza.
La sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile soprattutto per i suoi genitori Andrea e Carla ma, come si diceva prima, la sua eredità vive attraverso le persone che ha toccato con la sua storia. Silvia ci ha insegnato che, anche di fronte alle avversità, è possibile abbracciare la vita con amore, fede e dedizione verso gli altri. La sua storia rimane una fonte di ispirazione per tutti noi.
Ad esempio, di recente è riemerso un incontro che Silvia aveva avuto con gli Educatori Professionali della Toscana durante il loro convegno sul tema del “guaritore ferito”. In quell’intervista, le era stata posta una domanda finale particolarmente significativa: “Che cosa ha significato per te la malattia e se può essere stata una risorsa per te?”.
La risposta è bellissima: “La risorsa più grande, il regalo più grande che mi ha fatto questa esperienza è stato un po' questo: donarmi questo stupore davanti alle cose, che non è semplice, nel senso che già ora un po’ me lo scordo, perché le cose ricominciano, la vita è ripresa, per fortuna per ora sta andando tutto bene; quindi, uno se lo scorda poi un po'.
Però poi succede di nuovo quella cosa, risuccede, che so, il laboratorio con voi, un dolorino che torna, un effetto collaterale di un farmaco, una paura che torna e riparte tutto, riparte il dolore, riparte la paura, ma riparte anche un po' questo stupore, per cui è un po' questo il regalo e la risorsa più grande che ho ricevuto da questo percorso”.
Silvia così giovane io così avanti negli anni ad attraversare ciò che ci è dato con lucidità pazienza fiducia.La sua forza sostiene la mia stanchezza .Grazie di avermi fatto incontrare questa giovane donna