Sopra le macerie: così gli operai hanno ricostruito la fabbrica
Nelle vene di Aniello Cimitile scorre il sangue di Pomigliano d'Arco. Lo dicono le sue origini familiari, lo ricorda il suo impegno politico ed amministrativo, lo testimonia il suo ultimo libro “Sopra le macerie” con il quale compie un viaggio a ritroso, andando alla genesi del più grande polo industriale del Mezzogiorno, come recita il sottotitolo, e dando un volto e un nome ai lavoratori dell'Alfa Romeo della cittadina dell'hinterland napoletano.
Il volume di Cimitile, edito da Tullio Pironti , è un grande affresco di un mondo che non c'è più ma non è un'operazione nostalgia. Attraverso un'indagine accurata e meticolosa, infatti, l'autore ricostruisce i fatti realmente accaduti senza scadere mai nell'amarcord, con un piglio scientifico e narrativo, proprio di chi ha indossato per una vita intera i panni del ricercatore accademico.
Un lavoro di ricostruzione storica e di memoria che Pomigliano attendeva e al quale è stata dedicata una ricca e lunga presentazione, avvenuta venerdì scorso in modalità online, con la partecipazione di un parterre di voci variegate, che ha messo insieme passato, presente e futuro di una comunità tornata agli onori della cronaca nazionale non già per questioni industriali e sindacali, ma prettamente politiche vista la nascita e la successiva vittoria elettorale del laboratorio amministrativo tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e forze civiche e di sinistra. E' stata proprio una di queste, la lista Rinascita, a organizzare l'incontro che ha avuto il pregio di partire dal libro di Cimitile per sviluppare una riflessione molto più ampia sulle prospettive politiche, sociali ed economiche che attendono Pomigliano, e non solo, a causa dell'emergenza pandemica.
Il confronto tra passato e presente, d'altronde, è molto calzante. Così come nel dopoguerra toccò agli operai ricostruire la loro fabbrica distrutta, prima dalle mine naziste e poi dalle bombe alleate del 1943, così sarà compito delle classi dirigenti attuali rimettere in piedi la società scossa dal vento forte del Covid 19 che ha rotto gli argini delle sicurezze su cui eravamo seduti. Intorno a questo scenario si sono succeduti gli interventi coordinati da Daniele De Somma.
Il primo a prendere la parola è stato Giovanni Sgambati in qualità di direttore di collana Pironti, il quale ha definito "Sopra le macerie", dal punto di vista editoriale, come “un saggio storico sociale” che si legge agevolmente ed è molto attuale. “Nella vicenda operaia si intrecciano questioni politiche e sociali che rivediamo anche oggi, in questa fase di piena emergenza, in cui dobbiamo prepararci a come uscire dalla pandemia”, ha osservato il segretario generale della Uil Campania.
La relazione introduttiva alla serata è stata invece affidata ad Antonio Avilio, classe 1997, consigliere comunale di Rinascita. Un giovane, quindi, molto lontano anagraficamente dalle storie individuali e collettive raccontate dal libro; eppure Avilio si è lasciato interrogare ed ha ammesso di aver trovato nel racconto di Cimitile una radice, una casa nella quale abitare. “Un mondo, nato anche dalle macerie, che appartiene a una comunità politica e che ti consente di riconoscere la strada che stai facendo. Nel libro si individua un'appartenenza a un momento della storia e una categoria di persone che fa la storia”. Molto utili anche gli insegnamenti che, secondo il consigliere, si intravvedono nelle pagine e che possono essere riassunti in quello di dare un significato all'esserci nel mondo. “La politica è organizzazione, è connessione sentimentale con il territorio e la sua gente, è serietà nella sua azione; la politica è formazione, ossia avere una visione del mondo. La politica è sporcarsi le mani perché ci vuole responsabilità nell'essere cittadini. Tutti elementi di grande modernità. Per questo il volume è un punto di riferimento per capire l'etica di chi si interessa alla cosa pubblica”.
Importante anche la partecipazione del sindaco Gianluca Del Mastro che, da meno di un anno, è stato sottratto al suo lavoro di docente universitario per tuffarsi a capofitto nella vita amministrativa di Pomigliano a capo di una Giunta giallorossa dopo oltre dieci anni di governo a trazione berlusconiana. Nel suo intervento, il primo cittadino ha fatto capire di aver molto apprezzato l'impresa editoriale di Cimitile che, in un passato ormai non troppo recente è stato anche assessore comunale nonché segretario della sezione del Partito Comunista quando era in fase di scioglimento. Per Del Mastro il libro non è un trattato di storia locale ma un'opera di storiografia politica e storica. “L'autore vede la storia in modo scientifico, analizza i fatti e le cause con uno sguardo retrospettivo a prima della Grande Guerra. Da una parte segue la strada della politica e dall'altra la storia della società pomiglianese che è stata caratterizzata dalla presenza della fabbrica. Ancora oggi, infatti, si sente forte il rapporto viscerale tra la fabbrica e i cittadini. Nel libro i luoghi si intrecciano con le persone che hanno fatto la storia politica, con il socialismo e il comunismo che facevano da contraltare alle forze in campo nel periodo bellico. Cimitile indaga tutto ciò con spirito critico, senza reticenze”.
Giovanni Cantone, docente emerito di Tor Vergata, è tornato a soffermarsi sulle diverse dimensioni del testo: “C'è quella politico sindacale che potremmo anche chiamare antropologica, quella culturale da cui promana l'orgoglio di classe e le mancate occasioni e quella storico letteraria che va oltre i fatti. Il collante, però, è l'approccio da romanzo storico che ha una sua logica perché dà indicazioni per l'oggi, ossia offre ai giovani la comprensione del loro contesto”
Nel corso della serata la voce degli operai è arrivata grazie a Pasquale Di Marzo, pensionato dell'Alfa Avio, già delegato del Consiglio di fabbrica, e attualmente segretario della sezione del Psi. Anch'egli ha voluto precisare che “non si tratta di guardare al passato con nostalgia ma di capire come oggi si può alimentare quel fuoco per affrontare le sfide del futuro”. Secondo Di Marzo, “per i lavoratori la fabbrica era la loro vita, il loro fine, avevano un legame talmente forte che anche il distacco avveniva talvolta in maniera traumatica”.
Infine, apprezzamenti a Cimitile sono giunti anche dall'ex sindaco Michele Caiazzo il quale ha opportunamente ricordato che “siamo in un tempo in cui dà fastidio chiunque coltivi la memoria perché prevale il culto dell'ignoranza”. Per Caiazzo, il libro “non è solo una ricostruzione storica perché c'è una narrazione che si cala in un'epoca”.
Nelle sue conclusioni, l'autore ha raccontato che il suo lavoro è partito “dall'impegno a non cancellare la memoria di ciò che i compagni avevano fatto perché la loro più grande paura era l'oblio. Ho voluto sottolineare il ruolo degli operai nella nascita della Pomigliano moderna: loro hanno costruito la democrazia, lo sviluppo economico, la transizione da una società rurale a quella industriale; loro sono stati il motore del più grande polo industriale del Mezzogiorno. Grandi storie di persone comuni che cito affinché tanti di noi possano riconoscersi in loro. Mi fa piacere – ha salutato Cimitile – che andando a vedere il nostro patrimonio individuiamo la strada per costruire il futuro”.