Io avrò cura di te: il magistero del Papa sul mondo del volontariato
Esiste un mondo di persone, di ragazze e di ragazzi, donne e uomini, giovani e anziani, che ogni giorno dedica una parte del proprio tempo agli altri. E' l'esercito dei volontari: cinque milioni calcola l'Istat ma in realtà sono molti di più nonostante i colpi inferti dalla pandemia.
Ieri, 5 dicembre, è stata la Giornata mondiale del volontariato. Una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1985. Ogni anno l'Onu ne stabilisce un tema. Quello di quest'anno era “Se tutti facessero”.
Un appello che richiama tutti noi a non rassegnarci di fronte alla dimensione gigantesca dei problemi ma anche ad accendere i riflettori su un popolo, quello dei volontari, che molto spesso opera nel silenzio e ai nostri occhi appare quasi invisibile.
Ed invece dovrebbero essere considerati i nostri eroi quotidiani, senza retorica e al di là di qualunque emergenza. Come ha scritto Francesco Ognibene su Avvenire, “sembra che di questa ferialità fedele e generativa non ci si accorga pubblicamente fin quando non scatta l'allarme rosso e partono gli squilli di tromba”.
Papa Francesco è sicuramente tra le autorità religiose e spirituali più attente alla realtà del volontariato. Sono molti i discorsi che vi ha dedicato nei suoi dieci anni di pontificato, consapevole della sua importanza in questo tempo incerto che attraversiamo.
Ora le parole di Bergoglio durante le udienze alle associazioni, le encicliche e altre circostanze pubbliche sono state raccolte in un volume intitolato “Io avrò cura di te”. Un'iniziativa editoriale curata da Riccardo Bonacina, giornalista e direttore di Vita, giornale online incentrato sul mondo sociale, del volontariato e del terzo settore, su richiesta della Libreria Editrice Vaticana che lo ha pubblicato insieme alla Solferino.
Il libro è stato presentato ieri a Firenze proprio in occasione della Giornata del Volontariato 2023. Un momento di riflessione e di confronto che è stato ospitato all'interno dell'abbazia benedettina di San Miniato al Monte, luogo caro ai fiorentini con uno sguardo sempre più aperto sul mondo dopo la grande fiaccolata per la pace promossa a seguito degli attacchi terroristici ai danni di Israele.
Oltre al curatore dell'opera, sono intervenuti l'abate padre Bernardo Gianni e il presidente del Centro Servizi del Volontariato Toscana, Luigi Paccosi. Ospite d'eccezione il cantautore Giovanni Caccamo, figlio d'arte di Franco Battiato, che ha aperto la serata con una interpretazione da brividi del brano “La cura”.
Il dibattito ha preso le mosse dalle parole del Papa che definisce il volontariato come la fatica di uscire per aiutare gli altri. “Non c'è un volontariato da scrivania e non c'è un volontariato da televisione. Il volontariato è sempre in uscita, il cuore aperto, la mano tesa, le gambe pronte per andare. Uscire per incontrare e uscire per dare”.
La parola chiave è accoglienza secondo Bonacina. “Senza questa libera scelta, il bene comune si sfarina. Il libro aiuta anche a capire cosa dà sostanza all'azione del volontariato e a riscoprirne l'origine e lo scopo offrendo anche una risposta a quanti sono preoccupati per un calo dei volontari”.
Le più recenti rilevazioni, infatti, confermano che i volontari sono diminuiti di un milione e mezzo rispetto al 2015 anche se poi ci sono tante persone disponibili a mobilitarsi in occasione delle emergenze. Perciò Francesco considera questo un fenomeno ancora strutturale della società italiana come ha detto allo stesso Bonacina ricevendolo in Vaticano. Un tesoro culturale, lo ha definito il Santo Padre, che non va custodito sotto terra ma alimentato.
Proprio seguendo l'invito del Papa, Gigi Paccosi ha detto che è necessario ritrovare le ragioni di un impegno e di una passione che muove i volontari tutti i giorni verso gli altri. Sullo stato di salute del volontariato, il presidente del Cesvot ha fatto notare che “come tutta la società un po' di crisi si vede . Fondamentalmente è una crisi educativa. C'è bisogno di maestri che ci insegnino a guardare la realtà per quella che è, a rispondere ai bisogni nostri e delle persone. Noi offriamo alla riflessione una personalità autorevole come il Pontefice che su questi temi è così lucido e chiaro. Ci auguriamo che nelle sue parole possiamo trovare le ragioni che ci spingano sempre di più a dare una mano a questa società ferita”.
“Credo che nel volontariato si dia la grande occasione di riqualificare la dignità della nostra persona perché essa è tale nella misura in cui prova a schiudere se stessa, ascoltando finalmente i bisogni degli altri e lasciando che siano le necessità degli altri ad essere un traino, un'energia nuova con la quale scoprire delle potenzialità che nemmeno credevamo di avere. Questo è molto importante in un tempo in cui dilaga questa squalificazione della consapevolezza umana, quando invece le parole del Papa e il sale del Vangelo ci invitano a riscoprire che dentro di noi brilla una luce d'amore che sta alla qualità delle relazioni che possiamo costruire insieme per cambiare la società”.
Così padre Bernardo che poi ha rivolto la sua attenzione al rapporto tra giovani e mondo del volontariato con un appello a tirare fuori il loro meglio: “E' già successo a Campi Bisenzio e nelle altre zone alluvionate della Toscana. E' la riprova che i giovani come alle volte fanno branco per le cose peggiori, a volte riescono ad essere gruppo per le cose migliori, anche superando le nostre rassegnazioni di adulti rassegnati. Non sarei così pessimista sulle nuove generazioni. Certamente dobbiamo scaldare i loro cuori alla riscoperta dell'emozione che procura la bellezza dello stare insieme con e per gli altri”.
L'appuntamento fiorentino è stato organizzato dal Cesvot, fondato nel 1997 con lo scopo di svolgere le funzioni assegnate dalla Legge Quadro sul volontariato. Attualmente sono 34 le associazioni regionali socie che partecipano alla gestione del Centro presente sul territorio toscano con 11 delegazioni.
Possono accedere ai suoi servizi di consulenza, formazione, promozione, comunicazione, documentazione e logistica, gli enti del terzo settore iscritti al Registro unico nazionale e all'anagrafe delle onlus.