Il gesto della Colletta Alimentare fa bene innanzitutto a chi la fa
Facciamo un gesto concreto insieme. E' l'invito che rivolge la fondazione Banco Alimentare in vista della giornata nazionale della Colletta Alimentare 2023 che quest'anno non si terrà, come da tradizione, l'ultimo sabato di novembre ma il 18; cioè alla vigilia della Domenica dei Poveri che Papa Francesco ha indetto tre anni fa.
La Colletta è stato presentata in un evento di lancio che si è tenuto la sera del 18 ottobre, a un mese esatto dal gesto che coinvolgerà 144 mila volontari in 114 mila supermercati d'Italia. Nella sede del Centro Culturale di Milano, si sono ritrovati alcuni testimoni di questa esperienza nata nel 1989 dall'intuizione del cavaliere Danilo Fossati e dal sacerdote lombardo don Luigi Giussani. Da tutte le voci è emerso che la Colletta fa bene innanzitutto a chi la fa.
Sabato 18 novembre, quindi, davanti ai punti vendita aderenti della grande distribuzione organizzata ci sarà la presenza dei volontari che inviteranno le centinaia di migliaia di persone che nel fine settimana si recano al supermercato a donare una parte della loro spesa per le persone in difficoltà. Un gesto semplice che però ha l'obiettivo di sensibilizzare la società civile sul problema della povertà, richiamando ai concetti di condivisione, gratuità e carità secondo il principio educativo che condividere i bisogni è condividere il senso della vita.
L'ultima edizione ha confermato la validità di questa iniziativa che ormai è entrata nella mente delle persone tra gli appuntamenti più attesi dell'anno. Grazie alla Colletta del 2022 sono state distribuite 7.512 tonnellate di alimenti con l'adesione di 11.032 punti vendita, il coinvolgimento di 143.300 volontari e la partecipazione alla donazione di 4,7 milioni di persone. Numeri importanti che vanno a sommarsi agli oltre 7.600 punti territoriali che usufruiscono delle forniture alimentari distribuite dal Banco per gli indigenti.
Camillo Fornasieri, presidente del Centro Culturale di Milano, ha sottolineato che cultura e bisogno sono legati. “La cultura risponde al bisogno dell'uomo. Ciò che colpisce della Colletta è il fatto che in un giorno solo si riescano a riunire tante persone provenienti anche da realtà diverse. E questo grazie a chi come il cavaliere Fossati e don Giussani videro la possibilità educativa e costruttiva di questo gesto semplice”.
Anche quest'anno il volantino della Colletta riporta le parole di Papa Francesco: “I poveri sono persone, hanno volti, storie, cuori e anime. Sono fratelli e sorelle con i loro pregi e difetti, come tutti, ed è importante entrare in una relazione personale con ognuno di loro”. Proprio al messaggio del Pontefice ha fatto riferimento Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare: “Il Papa ci richiama tutti a gesti concreti per persone concrete. Non serve un'ideologia del povero, non c'è da costruire auree. Il mondo cambia se cambio io e dalla logica che esprimo nei rapporti con gli altri”.
Ritornando alla valenza culturale del gesto, Bruno ha detto che “chiedere alla gente di partecipare, di mobilitarsi come volontari e fare la spesa è un gesto rivoluzionario nella nostra società, negli anni che stiamo vivendo, in una mentalità nichilista come la nostra”. C'è chi, come don Marco Pozza, ha conosciuto la Colletta nel carcere due palazzi di Padova dove è parroco dal 2011. “Un gruppo di amici – ha raccontato – mi ha mostrato la potenza del bene. Nella prima edizione, dieci anni fa, abbiamo raccolto 850 kg di cibo, in una comunità penitenziaria di 700 persone. L'esperienza di essere davanti ad un Tu, ti permette di conoscere meglio te stesso. Tu fai il bene perché senti che stai bene e così riesci a cambiare il mondo intorno a te. Non siamo quindi una piccola goccia nell'oceano ma l'oceano in una goccia”.
Dal Nord al Sud d'Italia dove Bartolo Mercuri opera con “Il cenacolo” a favore dei più bisognosi. Attualmente l'associazione da lui fondata assiste 6 mila persone nella piana di Gioia Tauro, in Calabria. La sua è un'esperienza nata a seguito di una ingiusta detenzione durata due anni. “Ho sperimentato la presenza di Dio nella mia vita. Lui mi ha amato e ha avuto misericordia di un povero peccatore. La Bibbia che leggevo in carcere ha cambiato la mia vita. Quando sono tornato in libertà ho incontrato la carne ferita di Cristo che soffre. Il Banco Alimentare mi ha dato la spinta per andare avanti nonostante le difficoltà. Senza di loro non potrei fare nulla, non potrei aiutare centinaia di migliaia di persone”. Quella di Bartolo è la storia di una vita cambiata che genera un cambiamento.
A Roma, invece, il Banco Alimentare collabora con una parrocchia sull'Appia Nuova che porta la cena ai senza fissa dimora, ha una casa di accoglienza per persone sole e un centro di ascolto che assiste 60/70 famiglie. Federico Carosi è un volontario del movimento orionino impegnato in questa realtà: “Siamo piccoli ma riusciamo insieme ad altri a catalizzare aiuti e mettere insieme le persone su azioni che possono avere un'importanza superiore”.
Infine Torino. Elisabeta Cioata Burduja ha raccontato la sua esperienza di bisogno e di accoglienza. Lei è un'insegnante di origine rumena. Nel 2002 è arrivata in Italia dove ha messo su una famiglia con 6 figli. “So cosa significa trovarsi in una condizione di bisogno. Ho ricevuto tanto quando ero in difficoltà e ora sto ripagando”. Come? Elisabeta è presidente del Centro Aiuto alla Vita Filoteia e di un Centro Culturale che tiene in piedi i rapporti tra Italia e Romania.
A tirare le fila di tutti gli interventi della serata è stato Mario Calabresi che da tanti anni, prima come inviato, poi come direttore e oggi come produttore di podcast, si caratterizza per un giornalismo attento alla vita concreta, alla singolarità. “Ho sempre avuto la preoccupazione che i numeri facciano scomparire le persone. Anche nella storia del Banco Alimentare i numeri sono importanti a partire dai dettagli che illuminano tutto il resto. Stiamo parlando di storie di persone normali in cui tutti noi ci identifichiamo”.
C'è solo un'ultima cosa da dire. Testimonial della Colletta 2023 è Benedetta Parodi che non ha bisogno di presentazioni. Nei prossimi giorni il suo volto apparirà nello spot che il Banco ha predisposto per le televisioni nazionali. In un messaggio video, la conduttrice ha detto che si batte da tempo per sensibilizzare le persone contro lo spreco alimentare e si è complimentata con chi distribuisce il cibo in eccesso.