La profezia di CL tra l'incognita del futuro e il pericolo restaurazione
L'8 novembre 2018 eravamo a Palazzo Vecchio per assistere alla presentazione del libro “Dov'è Dio?” di don Julian Carron, invitato a Firenze dal sindaco Dario Nardella. Davanti a un Salone dei Cinquecento gremito di pubblico, l'allora presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione si disse felice del momento che il mondo e la Chiesa stavano vivendo “perché potremo essere cristiani non per norma ma perché percepiamo nella nostra esperienza qualcosa che ci cambia, che ci dà pienezza”.
A distanza di 5 anni, nello stesso giorno, ci siamo ritrovati alla Libreria Feltrinelli Red di Piazza della Repubblica dove è stata organizzato un incontro – dibattito sull'ultimo libro del giornalista del Corriere della Sera, Marco Ascione, intitolato “La profezia di CL” edito da Solferino. La coincidenza mi è balzata agli occhi mentre rientravo a casa, grazie ai ricordi di Facebook, e mi ha costretto a pensare al fatto che in questo lasso di tempo molto è cambiato per il movimento fondato da don Luigi Giussani.
Innanzitutto c'è stata la riforma voluta da Papa Francesco che ha stabilito una scadenza per le cariche all'interno delle associazioni e dei movimenti ecclesiali. Una decisione che ha portato Carron a fare un passo di lato e a dimettersi anticipatamente, provocando divisioni e polemiche interne che ancora non sono rientrate del tutto. C'è stata poi l'udienza in Piazza San Pietro del 15 ottobre 2022 in cui lo stesso Pontefice ha confessato al popolo di CL che la Chiesa, ma anche lui, spera molto di più da un movimento così importante per la Chiesa.
Di questo e di molto altro si occupa il volume di Ascione che è uscito a fine agosto, suscitando un'attenzione che ha valicato i confini del movimento. L'autore non è un iscritto alla Fraternità né tanto meno un simpatizzante di questo mondo. E' il capo della redazione politica del più importante e diffuso quotidiano italiano e quindi la sua prima intenzione è stata quella di indagare sui rapporti tra politica e religione, tra potere e fede, utilizzando la lente d'ingrandimento di una delle realtà ecclesiali italiane che nei decenni scorsi ha attirato i riflettori dei media anche per via di scandali giudiziari che hanno coinvolto alcuni suoi membri, uno su tutti Roberto Formigoni.
Facendo questo lavoro, però, il giornalista è entrato sempre di più nelle trasformazioni che CL ha vissuto a partire dalla scelta del successore di Giussani: un non italiano che ha portato il movimento sempre più lontano dalle pastoie politiche e dagli intrecci economici, immaginando una nuova visione culturale e religiosa fondata sul dialogo con personalità lontane dal cattolicesimo eppure interessate a un discorso sul cambiamento d'epoca di cui tante volte ha parlato Papa Bergoglio.
Di tutti questi temi si è parlato l'altra sera alla Feltrinelli, in una presentazione che non ha ricevuto l'imprimatur dei vertici fiorentini del movimento ma che ha visto la partecipazione di un folto e attento pubblico, evidentemente interessato a comprendere meglio le dinamiche in atto mentre a guidare Comunione e Liberazione è stato chiamato il giovane professore Davide Prosperi, dietro il quale alcuni intravedono una marcia indietro rispetto alla “scelta religiosa” compiuta dal suo predecessore.
A confrontarsi su tutto ciò, coordinati dal giornalista Riccardo Bigi, c'erano il sindaco Dario Nardella, lo storico Paolo Nanni e il conduttore televisivo Massimo Bernardini. Proprio a quest'ultimo è toccata la mozione degli affetti nei confronti di Carron di cui da parecchi mesi non si hanno più dichiarazioni e interventi. “E' una voce pubblica che accetta il rischio del confronto. E' una persona utile al dibattito pubblico del nostro Paese. Fino a qualche mese fa, è stata una voce che dialogava sui principali giornali italiani non parlando di temi teologici astratti ma di ciò che accade nella realtà partendo da un dato di fede. Non entro nelle questioni del movimento, però sono convinto che questa voce ci manchi”.
Un nome, quello del sacerdote spagnolo, che è stato evocato numerose volte nel corso della serata a partire dal riferimento al docufilm “Vivere senza paura nell'età dell'incertezza” che apre il libro di Ascione. Si tratta di un prodotto editoriale preparato in occasione del Meeting 2021 che mette insieme le voci di Carron, quella del pastore anglicano Rowan Williams e del cantante rock Charles Taylor e che, secondo il giornalista, è emblematico della nuova stagione che Carron aveva inaugurato nel mondo ciellino, con l'ostracismo di una sua parte. Il professore Nanni si è iscritto invece al partito degli entusiasti: “Il film ha come protagonisti tre persone che dialogano tra loro con la realtà così com'è e non come la si vorrebbe. Un approccio che ha profondamente a che fare con l'evento cristiano capace di dialogare con i desideri e le aspirazioni dell'uomo”.
Ancora più preciso è stato Bernardini che ha curato quella che era stata pensata innanzitutto come un'installazione per il Meeting. “Il titolo ha dentro tutto. Si occupa di ciò che viviamo oggi. Parlano tre non italiani perché evidentemente nella nostra cultura non c'è una risposta a questa età dell'incertezza. Quello che raccontano questi tre intellettuali mi sembrano i temi che ci sta proponendo Papa Francesco che accetta le provocazioni del tempo presente”.
Il punto centrale della svolta carroniana sarebbe stato l'investimento sulla libertà del singolo anche nel rapporto con la dimensione politica. “Distanza critica dai partiti vuol dire stima per la libertà, per l'intrapresa personale. Rischiare sulla libertà significa anche fare passi intermedi. Una delle questioni più delicate del nostro tempo è il problema educativo. Non possiamo pensare di affrontare questa incertezza se non c'è una riconquista personale”, ha concluso Nanni.
Ma quando sarebbe avvenuta questa cesura tra politica e movimento? Nardella ha individuato l'anno 2013. “Il libro ricorda il volantino per le elezioni politiche dove viene immaginato che l'impegno di CL in politica è trasversale con l'obiettivo non più di occupare spazi ma di diffondere valori. Un impegno e una libertà che non c'erano mai state prima”. Secondo il sindaco, però, l'arrivo di Carron non ha introdotto una rottura ma una visione più alta della politica non più “intesa come potere ma più vicina a quella del Papa, quindi più globale. Da spagnolo, e quindi da osservatore esterno delle cose italiane, ha portato una visione più internazionale e meno domestica”.
Un lavoro che Nardella ha apprezzato essendo tra i politici attuali più vicini al movimento. Un rapporto di cui l'altra sera ha ricostruito anche la genesi. “Uno dei momenti politici che mi ha avvicinato a CL è stata la morte di Giussani. Come consigliere comunale dei Democratici di Sinistra firmai insieme a Marco Carrai della Margherita una petizione per portare il gonfalone di Firenze al funerale nel Duomo di Milano. Da allora è iniziato un rapporto molto forte anche tramite il mio maestro Vannino Chiti che, insieme a Pierluigi Bersani, è stato uno dei politici di centrosinistra più sensibili al confronto con il carisma”.
Una sottolineatura non casuale perché secondo il primo cittadino “CL è molto più grande di una omologazione politica. E' un movimento che non nasce per l'ambito politico ma da un grande gesto di libertà da cui poi viene fuori il desiderio di un incontro, non astratto ma concreto”. Concludendo, Nardella ha poi parlato del rapporto tra cattolici e politica. “Non credo che attualmente esista un partito che possa presentarsi in Italia come il partito dei cattolici. E' giusto, invece, che i cattolici possano impegnarsi nei diversi schieramenti”.
Un ultimo affondo merita il titolo del libro. Il riferimento è alla “profezia” pronunciata da Joseph Ratzinger quando ancora era professore all'università di Ratisbona. “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. […] Ma io sono anche certissimo di ciò che resterà alla fine: non la Chiesa del culto politico, che è già morto, ma la Chiesa della fede. Certo, essa non sarà più la forza dominante come lo era fino poco tempo fa. Ma la Chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà come la casa dell'uomo, dove trovare vita e speranza dopo la morte”.
Siamo nel 1969 ma per Ascione sono parole che ben si adattano al pensiero di Carron sulla Chiesa piccolo gregge e sui cristiani come minoranza creativa, non rinchiusi nel proprio recinto ma capaci di confrontarsi con le provocazioni del mondo moderno, rischiando e calpestando terreni che non sono propriamente suoi. E' questa la rivoluzione a cui, dopo 16 anni, sembrerebbe sia stato messo un freno. “La profezia coniuga due aspetti. Da un lato ci sono le parole del futuro Papa; all'altro c'è Giussani che a un certo punto capisce che un modo di interpretare il suo pensiero non è più in linea con il carisma. Perciò si affida all'uomo venuto dalla Spagna affinché il movimento potesse avere un futuro”.
Futuro che per CL si presenta pieno di incognite ma che a breve potrebbe riservare nuove sorprese nell'ambito politico visto che già si parla di una candidatura di Formigoni alle prossime elezioni europee. Una discesa in campo che finirebbe per rinfocolare i pregiudizi e le mistificazioni di cui il movimento è stato spesso vittime negli ultimi decenni.
Certo il Carisma di CL a livello pubblico , così come Giussani ci ha educato, si è perso, non incide più, perché non porta più. Il messaggio di conversione , ma è sempre più intimistico e spirituale, rassomiglia molto all' azione cattolica. Lasciano la libertà a tutti per tutto," tanto io non lo faccio", e così mi metto a posto la mia coscienza. Mentre il mondo avrebbe bisogno di una posizione pubblica chiara da parte della Chiesa e del mondo cattolico su tutto ciò che va contro la fede e l'uomo