lunedì 10 febbraio 2025
La vita di Caterina ha ancora molto da dire a ciascuno di noi

Sei anni fa, nella notte tra il 7 e l'8 febbraio 2019, Firenze perdeva una figura straordinaria: Caterina Morelli, medico, moglie, madre e membro attivo del movimento di Comunione e Liberazione. La sua vita, seppur breve, è stata un luminoso esempio di dedizione professionale, amore familiare e profonda fede.

Nello scorso fine settimana la sua famiglia e i suoi amici si sono ritrovati nella Basilica della Santissima Annunziata, lo stesso luogo che ospitò il suo funerale. Un momento che resterà nella storia della città in termini di straordinaria partecipazione e di commossa gratitudine per una testimonianza così grande e così vera.

La messa in suffragio della giovane madre è stata presieduta dal cardinale Giuseppe Betori insieme a don Paolo Milloschi, don Filippo Belli e ad alcuni padri serviti che custodiscono il santuario mariano così caro ai fiorentini e alla stessa Caterina.

E' stata l'omelia dell'arcivescovo emerito a tratteggiare l'attualità di una figura come quella di Caterina. Betori ha ripreso le sue stesse parole pronunciate il giorno del funerale. “Quella di Caterina è stata una vita di puro Vangelo: perdere la propria vita per dare la vita ad altri, come Gesù. Un gesto che può essere generato solo dalla fede e solo nella fede si può comprenderlo fino in fondo. Una critica alla radice della cultura egemone oggi, schiava dell'utile, del profitto”.

E concludeva: “Un severo esame di coscienza per la nostra Chiesa fiorentina perché sia all'altezza di una così alta testimonianza. Anche la gioia di scoprire tra noi una vena inesausta d'amore degna della tradizione di questa Chiesa in città”.

“A sei anni di distanza – ha chiosato il cardinale – mi sento di confermare queste parole, in forza anche di una maggiore conoscenza della vita di Caterina che ho avuto modo di approfondire nel frattempo. Non solo, ma quello che è successo in questi sei anni attorno alla memoria di Caterina, le diverse testimonianze che mi sono state riportate, mi fanno ritenere che la sua vicenda ha ancora molto da dire a ciascuno di noi”.

“Caterina, proprio perché si è lasciata plasmare da Gesù, continua ad irradiare una luce particolare di cui siamo grati come dono alla Chiesa e al mondo”, ha concluso Betori chiedendo al Signore di renderci disponibili sempre di più alla Sua chiamata per essere suoi discepoli e collaboratori della Sua opera di salvezza.

Nata il 16 giugno 1981 a Firenze, Caterina, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, iniziò la sua carriera al rinomato Ospedale Pediatrico Meyer, dove si distinse per la sua competenza e l'empatia verso i piccoli pazienti.

Nel 2012, pochi giorni dopo aver sposato Jonata Fallani, con cui aveva già una figlia, Gaia, Caterina scoprì di essere in attesa del loro secondo figlio. Quasi contemporaneamente, le venne diagnosticato un tumore al seno particolarmente aggressivo.

Di fronte alla proposta di interrompere la gravidanza per sottoporsi a terapie intensive, Caterina, forte della sua fede e del sostegno dei suoi amici, decise coraggiosamente di portare avanti la gestazione, optando per cure compatibili con la vita nascente.

Il 12 febbraio 2013 nacque il piccolo Giacomo, simbolo tangibile del suo amore materno e della sua incrollabile fiducia nella Provvidenza

Dopo un periodo di apparente remissione, nel 2015 la malattia si ripresentò con metastasi al fegato e alle ossa. Nonostante le numerose e pesanti terapie, Caterina continuò a vivere con intensità, dedicandosi alla famiglia, al lavoro e alla comunità religiosa. Partecipò a pellegrinaggi a Lourdes e Medjugorje, trovando nella fede la forza per affrontare le avversità. La sua casa divenne un luogo di preghiera e condivisione, accogliendo amici e fedeli uniti nel sostegno spirituale.

La testimonianza di Caterina ha lasciato un'impronta indelebile nella comunità fiorentina e oltre. Nel giugno 2019, la Fondazione ANT di Firenze-Prato-Pistoia ha intitolato la propria delegazione alla sua memoria, riconoscendo il valore del suo operato e della sua eredità morale.

A sei anni dalla sua scomparsa, come ha sottolineato il cardinale, il ricordo di Caterina Morelli continua a ispirare chi l'ha conosciuta e chi ha appreso la sua storia custodita nell'associazione che porta il suo nome e contenuta anche in un libro scritto da Debora Sagrazzini.

La sua vita, vissuta all'insegna della fede, dell'amore e del servizio, rimane un faro luminoso, testimoniando come la fiducia in Dio possa rendere perfetto anche il cammino più arduo.

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