Draghi apre il Forum dei Vescovi. “Favorire il dialogo tra culture”
È stato inaugurato questo pomeriggio a Firenze il secondo Incontro “Mediterraneo frontiera di pace” che domenica vedrà la presenza del Papa. Era dai tempi del Concilio di unione che il convento di Santa Maria Novella non ospitava così tanti cardinali e vescovi. Per sottolineare l’importanza dell’evento, è giunto nel capoluogo toscano il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, che è stato accolto dal sindaco Dario Nardella e dal numero uno dei vescovi italiani Gualtiero Bassetti.
"Mi auguro che un dialogo sul divino - che nasce dalla volontà di superare differenze, incomprensioni che affliggono gli uomini da secoli – porti un messaggio di fratellanza in un momento di forte tensione per l’Europa", ha detto il presidente Draghi davanti ai 60 tra vescovi e patriarchi delle Chiese che si affacciano sul Mare Nostrum. E’ necessario, ha auspicato, “tutelare la pluralità delle nostre identità, favorire il dialogo tra culture diverse e tutelare le minoranze, etniche e religiose”.
Nella parole del capo del Governo innanzitutto un riferimento all’escalation in atto nel cuore dell’Europa. "In momenti di crisi dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo. Gli eventi in Ucraina ci portano a ribadire che le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati".
Nel suo intervento, inoltre, l’inquilino di Palazzo Chigi ha toccato il tema scottante dei migranti. "Più volte in passato ho ribadito l’importanza di una gestione condivisa, equilibrata e umana delle migrazioni. Condivisa perché, senza un’assunzione di responsabilità collettiva, l’azione europea non potrà mai essere giusta ed efficace. Equilibrata, perché non basta contrastare i flussi illegali, ma serve curare con attenzione l’accoglienza. E umana, perché non possiamo essere indifferenti rispetto alle sofferenze dei migranti".
In apertura del Forum, il cardinale Bassetti ha letto uno stralcio della commovente lettera del vescovo di Kiev che non ha potuto né voluto raggiungere Firenze per restare accanto al suo popolo martoriato dalla minaccia incombente della guerra. Citando Giorgio La Pira, il pastore ucraino ha chiesto a tutti un impegno pressante perché “non ci stanchiamo mai di pregare e di operare per la pace tra le Nazioni”.
“Come comunità cristiane abbiamo il dovere morale e il compito missionario di favorire e promuovere, con fede e coraggio, nuovi equilibri internazionali basati, prima di tutto, sulla difesa e la valorizzazione della persona umana, oltre che su una solidarietà fattiva e concreta” ha detto il Bassetti nella sua prolusione rifacendosi al realismo del Sindaco Santo. “La guerra è impossibile nell’era atomica, occorre trovare altre soluzioni per dirimere le questioni che dividono i popoli: non c’è alternativa al negoziato globale”.
Perciò, secondo il presidente della CEI, “occorre animare nei nostri popoli la persuasione che il solo principio di potenza non è in grado di garantire sicurezza; occorre mostrare loro che negli ultimi 30 anni, il ricorso alla forza non ha risolto alcuna crisi, ma è la causa principale delle loro sofferenze; occorre dir loro, infine, che edificare una casa comune mediterranea significa costruire, sulle orme della visione lapiriana, una grande tenda di pace” in grado di far convivere le tre grandi religioni monoteiste.
Venendo alla stretta attualità, Bassetti ha constatato che “in questo momento, mentre soffiano inquietanti venti di guerra dall’Ucraina, gli Stati non sembrano avere la forza, a fronte dell’eventuale buona volontà dei loro leader, di superare il meccanismo strutturato dai rapporti di forza. I nostri popoli, le nostre città e le nostre comunità religiose, invece, possono svolgere un ruolo straordinario: possono spingerli verso un orizzonte di pace e di fraternità”.
Da qui l’invito rivolto ai vescovi presenti: “Più siamo capaci di ascolto di coloro che non condividono la nostra fede, più il nostro sguardo si fa capace di scorgere la presenza di Dio nella vita degli altri, nella loro ricerca di senso e di gioia per la vita, nella loro sete di giustizia e di pace. Più il nostro sguardo si fa chiaro e più riusciamo a trovare le parole, i silenzi, i gesti per rendere ragione della speranza che è in noi”.
Sul piano pratico, riprendendo l’invito fatto da Papa Francesco a Napoli, Bassetti ha chiesto ai pastori delle Chiese del Lago di Tiberiade di produrre una teologia del Mediterraneo, “una teologia non astratta ma contestuale” e si è detto fiducioso sulla prospettiva di un sinodo Mediterraneo di cui l’arcivescovo Jean-Marc di Marsiglia ha parlato al Papa e scritto pubblicamente.
La prima giornata dell’incontro è proseguita con un intervento di mons. Antonio Raspanti, vicepresidente della Cei, e il successivo dibattito che si è concluso con la recita dei Vespri nella Basilica di Santa Maria Novella. I lavori proseguiranno domani quando a Firenze arriveranno anche i sindaci che Nardella accoglierà a Palazzo Vecchio insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.