“E' bello sentirsi utili per gli altri”: parola di Alfiere della Repubblica
Due settimane fa, l'11 marzo, il presidente Sergio Mattarella ha nominato 28 Alfieri della Repubblica; ragazze e ragazzi che, nell'anno della pandemia, si sono particolarmente distinti per il loro impegno nel mondo del sociale e del volontariato, offrendo una testimonianza molto significativa di speranza e di fiducia nel futuro dell'Italia finita nella morsa del Covid.
Ogni anno il Quirinale ha il merito di mettere in vetrina e di proporre all'opinione pubblica volti e storie del Paese migliore, quel mondo giovanile molto spesso criticato ma che, invece, dà sempre grande prova di forza e voglia di spendersi per chi resta indietro nella nostra società malata.
Scorrendo l'elenco dei prescelti dal Capo dello Stato sono tanti i profili che incuriosiscono. Stiamo parlando di ragazzi normali che studiano, praticano sport, si buttano a capofitto in tutto ciò che fanno e hanno grandi progetti per il futuro. In tanti casi vengono dalla provincia ma hanno uno sguardo aperto al mondo, consapevoli che nessuno si salva da solo.
“Leggere tra le righe” ha perciò deciso di farvi conoscere più da vicino uno di questi Alfieri. Si tratta di Maria Sole Franceschi, 18 anni, volontaria della Croce Rossa Italiana di Firenze. Attualmente si trova a Londra dove studia Chimica all'università e dove ha appreso la notizia della nomina di Mattarella. Grazie ai buoni uffici dell'ufficio stampa dell'organizzazione, siamo riusciti subito a metterci in contatto con lei che, con grande disponibilità, ha risposto a tutte le nostre domande.
Maria Sole è stata premiata, recita la motivazione apparsa sull'attestato d'onore, “per l’impegno volontario nel comitato della Croce Rossa di Firenze. Oltre al prezioso lavoro al centralino, nodo nevralgico nella rete degli interventi di assistenza, molto importante è stato il contributo, di creatività e competenza sui social dell’associazione per far conoscere i corretti comportamenti al fine di ridurre il rischio di contagio e per incoraggiare alla donazione del sangue”.
Durante il lockdown dello scorso anno, in particolare, il lavoro di Maria Sole è risultato prezioso per la consegna di spese e farmaci urgenti a persone immunodepresse e over 65. Ha inoltre fornito un importante contributo, di ideazione e di aggiornamento, sui social della Croce Rossa (Instagram e Tik Tok in primis): insieme ad altri volontari ha realizzato vere e proprie campagne di informazione e sensibilizzazione attraverso storie e brevi video che hanno raggiunto migliaia di persone in tutta Italia. Un impegno che non è sfuggito all'associazione ed evidentemente neanche al presidente della Repubblica.
Come hai accolto la notizia della nomina da parte di Mattarella?
“Ricordo che quel giorno ero in camera a studiare quando un'amica della Croce Rossa mi ha raggiunta telefonicamente per comunicarmi ciò che stava accadendo. Sinceramente ero confusa perché non me lo aspettavo. Diciamo che l'ho saputo leggendo i giornali. Ovviamente ho provato una grande emozione che, sono sincera, ancora non ho smaltito”.
Cosa si prova ad uscire dall'anonimato e a finire, seppur in maniera positiva, sotto i riflettori della stampa locale e nazionale?
“E' una strana sensazione perché quando la notizia si è diffusa ho ricevuto tante chiamate e messaggi. Non credevo di poter ricevere tutta questa attenzione e questo interesse da parte dei giornalisti. E' stato bello vedere tutto ciò, compresa la felicità dei miei genitori che mi inviavano le foto di tutte le cose che i giornali hanno scritto su di me”.
Come pensi di utilizzare questa improvvisa notorietà? Ti piacerebbe fare qualcosa di più per far conoscere il tuo impegno nel volontariato?
“Sicuramente si può fare di più e meglio però non ci ho ancora pensato a questa cosa. Mi godo il momento consapevole che in Croce Rossa già esistono tanti progetti come andare nelle scuole o partecipare ai centri estivi. Queste possono essere ottime occasioni per incontrare ragazzi e parlare della mia esperienza”.
Molto spesso si pensa che il volontariato sia roba per pensionati. Cosa ti ha spinto, invece, ad impegnarti in Croce Rossa alla tua giovane età?
“Anch'io, a causa dello studio, ho sempre avuto poco tempo. Nell'ultimo anno di liceo, però, mi sono detta che era arrivato il momento di impegnarmi perché dentro di me avevo questo desiderio. Quello è stato il momento giusto per farlo e mi sono accorta che, quando si vuole, si trova il tempo per fare le cose. Così mi sono iscritta e ho seguito la formazione prima di diventare una volontaria a tutti gli effetti”.
Quando hai iniziato il tuo servizio forse non avevi immaginato che ti saresti trovata in prima linea nell'emergenza di una pandemia sanitaria. Con quali sentimenti hai affrontato quest'anno?
“Durante il lockdown mi sono sentita una privilegiata perché, grazie a Croce Rossa, potevo uscire di casa per effettuare il servizio. In quei mesi sentirmi utile mi ha aiutato tanto. Dando assistenza ai senza fissa dimora o portando la spesa alle persone non autosufficienti ho visto con i miei occhi gli effetti della pandemia e la paura negli occhi della gente. E' una sensazione che non dimenticherò”.
Nel tuo curriculum di volontaria c'è il servizio al centralino dove confluiscono tutte le richieste di aiuto e di assistenza. Vuoi raccontarci una voce, un episodio che ti ha particolarmente colpita?
“Stare al centralino sembra una cosa banale ma è molto importante perché arrivano tante richieste, anche le più strane, e devi essere brava a smistarle. Durante il lockdown abbiamo ricevuto molte chiamate da parte di anziani che magari avevano soltanto il bisogno di sfogarsi o di compagnia. Ricordo anche la telefonata di una coppia italiana che, a causa della perdita del lavoro, chiedeva il pacco alimentare con grande discrezione e dignità”.
Ti sei data da fare anche con i social... com'è nata l'idea di essere presenti su Instagram e su Tik Tok?
“In Croce Rossa siamo abituati a essere a contatto con il mondo giovanile. Purtroppo, però, con la pandemia tanti progetti si sono bloccati e quindi si è perso un po' il rapporto. Da qui è nata l'idea di aprire i canali social del comitato di Firenze. All'inizio non ci aspettavamo tutta questa attenzione ed invece i nostri video e le nostre stories hanno ricevuto tante visualizzazione da tutta Italia, segno che c'era bisogno di una presenza di quel tipo”.
Attualmente ti trovi all'estero per ragioni di studio. Come riesci a conciliare gli impegni di studentessa con quelli di volontaria?
“Ovviamente ora che sono a Londra non posso fare molto servizio in associazione e mi dispiace. Però quando torno a Firenze, come durante le vacanze di Natale, l'ho fatto molto volentieri. Come dicevo prima, si può fare, basta volerlo. Si possono dedicare anche poche ore alla settimana, magari la sera o quando non si hanno esami. Ci sono tanti servizi che si possono svolgere, tanti modi per dare un contributo”.
Per concludere, visto che è importante avvicinare i giovani al volontariato, cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei?
“Il volontariato è una bella esperienza. Si fa del bene agli altri, si creano amicizie, si condividono gli stessi valori. E' la possibilità di diventare parte di una storia più grande di noi, in una società dove spesso siamo anonimi e non interessiamo a nessuno. Ciò che ho fatto io è l'esperienza di tante altre persone. Il riconoscimento che ho ricevuto dal presidente della Repubblica, quindi, è mio ma voglio condividerlo con tutta la Croce Rossa di Firenze”.