giovedì 12 dicembre 2024
Il nuovo romanzo di Mencarelli: l'uomo ha un'origine e un destino

Daniele Mencarelli è tornato a Firenze per lanciare il suo ultimo libro intitolato "Brucia l'origine" e pubblicato da Mondadori. La presentazione, avvenuta martedì sera dopo cena, è stata voluta ed organizzata dalla Libreria Campus nel centro universitario di Novoli e dal Centro Culturale.

Il nuovo romanzo dello scrittore romano, a differenza dei precedenti, non ha un tema dominante e non è autobiografico. È basato su una storia che si presta a diverse piste di riflessione e di interpretazione. È volutamente ambiguo e la sua lettura sta suscitando sentimenti contrastanti.

Il protagonista è Gabriele Bilancini che fino all'età di trent'anni circa abita alla periferia di Roma, nel quartiere dell'Appio Tuscolano. Si trasferisce a Milano dove, in poco tempo, diventa tra i dieci designer italiani emergenti. Dopo otto anni torna a casa per un anniversario dei genitori e nel rapporto con loro e i suoi amici ritrovati scopre una serie di contraddizioni, sensi di colpa, sentimenti di nostalgia e malinconia che lo portano a vivere nella menzogna.

Tanti temi intrecciati tra loro che hanno spinto Giampaolo Pampaloni, direttore della libreria, a intervistare Mencarelli partendo da alcune parole chiave estrapolate dal libro che è un affresco del rapporto tra genitori e figli, tra successo e soldi, tra Roma e Milano, tra verità e menzogna.

Vergogna, menzogna, tradimento, senso di colpa

"Gabriele è un ragazzo affermato, di successo che potrebbe godersi ciò che ha costruito e invece non riesce a percorrere la via della verità e quindi dell'affrontare ciò che di inconciliabile c'è nella sua vita. Questa mancanza di coraggio è un suo errore di valutazione oppure è uno molto attento e valuta una distanza incolmabile tra due mondi lontani? Su questo il libro è volutamente controverso, non dà una risposta. Io penso ci sia una distanza incolmabile tra certi mondi. Gabriele forse è uno che la vede lunga perché il mondo milanese è molto democratico fino a quando tiene a debita distanza il mondo sotto proletario".

Nostalgia o malinconia

"Un altro elemento che complica il quadro esistenziale del protagonista è che lui ha avuto un successo strepitoso ma è anche un disintegrato perché la sua collocazione milanese lo fa vivere in un contesto che lo fa sentire costantemente diverso. Dall'altro lato, ritorna a Roma e il presente non parla più la sua lingua perché è profondamente cambiato. Il suo quartiere gli parla la lingua del passato. Il rapporto con i luoghi per noi italiani è molto particolare. Abbiamo dimenticato di essere emigranti. Tornare a casa è sempre comunque parlare la lingua della nostalgia".

Soldi e successo

"Questo è un libro che affronta tanti temi attuali dal punto di vista sociale. Abbiamo importato tanti aspetti della cultura americana ma prima c'era un decoro sull'utilizzo del denaro. Nel nostro Paese è entrata l'idea che il denaro vada sventolato, fatto vedere. Qui c'è il tema che concretamente è più controverso e non ha un punto di equilibrio. Nessuno può pensare che i soldi siano un archetipo perfetto della felicità e però ci sarà chi non crederà a questa cosa. Qualcuno dice che i soldi non sono tutto ma ti salvano la vita. È un dato incontestabile e la sanità oggi privilegia il ricorso al privato rispetto al pubblico. È un ricorso che divide chi ha possibilità da chi non ce le ha. A seconda della condizione i soldi sono tutto. Non avere i soldi per aiutare un figlio autistico fa dire a quei genitori che i soldi sono tutto. Il punto di equilibrio non esiste, dovrebbe essere compito della politica con un gioco di redistribuzione ed invece queste polarità sono tornate molto distanti".

Sogno

"Gabriele vive un doppio piano che ho vissuto anche io. Il piano dell'obiettivo percepito e il piano dell'obiettivo narrato. Non parlo solo di chi non realizza il proprio talento. A mettere in viaggio Gabriele è l'esperire il suo talento non la sua affermazione. Lui sta bene solo mentre disegna, c'è una spaccatura tra ciò che vive e ciò realizza. Io vivo con paura la parola sogno. Lui lo ha realizzato, lo ha trasformato in realtà constatando che non c'è una realtà paragonabile al sogno, c'è sempre un aspetto negativo, problematico. Gabriele si considera fortunato ma solo la realtà del sogno non presenta contrappesi. Noi ci lasciamo sedurre tanto dalla paura quanto dal sogno. Due attività che sospendono in maniera più precisa il nostro rapporto con la realtà".

Amicizia

"Sul piano affettivo esistono due grandi dimensioni: la famiglia e l'amicizia. Indubbiamente questi due livelli affettivi sono vissuti in maniera diversa da Gabriele. La famiglia è statica mentre l'amicizia lo mette dentro un movimento, gli restituisce l'atto più grande di benevolenza di tutto il libro. Vengono a contatto queste due dimensione della vita di un essere umano. Io penso che a un certo punto l'amicizia nella vita di un individuo dovrebbe prevalere rispetto alla famiglia".

Famiglia

"Noi abbiamo alle spalle la cultura cristiana che pone due polarità: il comandamento onora il padre e la madre e il comandamento di Gesù chi ama più di me il padre e la madre non è degno di me. La famiglia è l'ultimo nodo che resiste nella società, è il grande luogo del rifugio o della morte. Non parlo di morte metaforica perché tanti omicidi sono avvenuti in casa. Il ruolo del genitore è veramente importante però se l'amore diventa l'infelicità di un figlio non è più amore. Un tema che invece non viene raccontato è la malversazione dell'amore per l'altro. Partendo da cosa? Da un bene che non è il nostro ma il suo. La madre Tania esprime un amore che tende a realizzare il suo amore, non quello del figlio. Nella sua normalità è un gesto che crea un malessere. Anche la mia famiglia è un paradigma di questo discorso. Anche mia madre non ha stabilito questo confine. Ma è possibile stabilirlo?".

Titolo del romanzo

"Anche il titolo è volutamente controverso. Ha un valore se espresso da un figlio o un altro se espresso da un genitore. Paradossalmente in questi due ruoli assume un significato diverso. Ai miei figli direi bruciate l'origine, andatevene, disubbidite se questo amore è malversato. Da figlio invece dico brucia l'origine cioè rimango. Le quattro parole fondamentali per me sono: origine, destino, verità e tradimento. Dentro questi punti cardinali c'è tutta la storia dell'uomo. Ognuno di noi è un'origine e un destino e questa retta è attraversata dalla verità e del tradimento. Questi grandi valori orientano la vita dell'uomo".

Le foto sono di Leonardo Pasquinelli

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