Carlotta si presenta: “La mia candidatura è un tentativo di sequela”
Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei candidati al Consiglio Comunale di Firenze per le elezioni amministrative che si terranno l'8 e il 9 giugno prossimi.
Questa volta vi presentiamo Carlotta Gremigni della lista civica Sara Funaro Sindaca. 23 anni, fiorentina doc, sta portando a termine la facoltà di filosofia, specializzandosi in intelligenze artificiali.
Quando fissiamo l'intervista, ci dà appuntamento in piazza della Santissima Annunziata, uno dei luoghi più belli e suggestivi della città ma anche e soprattutto il suo posto del cuore.
Da alcuni anni, infatti, Carlotta frequenta giornalmente questa zona. Prima come alunna del Liceo di Santa Maria degli Angeli e poi come studentessa universitaria. Qui si è formata, è cresciuta, ha coltivato amicizie ed anche la fede.
Ci sediamo ai tavolini di un bar di via Alfani e davanti a un caffè nasce un dialogo molto interessante che ci permette di capire cosa spinge una giovane donna a intraprendere la strada della politica, una realtà che non è poi così tanto popolare tra i suoi coetanei.
Sin dalle prime battute, Carlotta si presenta come una tipa tosta, determinata, precisa. Il suo mondo è ancora quello dell'università, dal quale conta di uscire definitivamente dopo l'estate conseguendo la laurea magistrale. E' quindi una giovane ancora in ricerca ma, allo stesso tempo, ha le idee molto chiare su se stessa e sul mondo che la circonda.
La nostra chiacchierata comincia dalla curiosità di conoscerla meglio. Chi è Carlotta? “Sono sempre stata curiosa e testarda. Da bambina ma anche da ragazza. Scelsi il Liceo Classico per orgoglio e passione perché mi dissero che non sarei stata capace di farlo in quanto era venuta fuori la mia dislessia. Anche per quanto riguarda la fede mi sono convertita e ho fatto la cresima soltanto in terza superiore perché non volevo fosse un gesto meccanico dettato magari dall'educazione ricevuta in famiglia”.
Passando al presente, Carlotta ci parla della sua università: “Mi ha sempre affascinato il pensiero umano e quindi la scelta di iscrivermi a filosofia è stata dettata proprio dalla volontà di studiare l'uomo e il pensiero. Un percorso che ha fatto nascere in me una passione e un rispetto per tutti, riconoscendo che in ognuno di noi la domanda è la stessa anche quando il pensiero non è il mio”.
Una formazione che poi le è tornata utile in tutte le altre esperienze che hanno caratterizzato e caratterizzano la sua vita a partire dalle amicizie e fino al volontariato al Banco Alimentare e alla Misericordia, passando per il ruolo di rappresentante degli studenti, prima al Liceo e poi in Ateneo.
La sua candidatura è arrivata mentre Carlotta si appresta a scrivere la tesi magistrale per specializzarsi in intelligenze artificiali ed etica. “Questo è un periodo molto intenso e decisivo della mia vita. Rimanendo aperta alle cose che mi vengono proposte, ho il desiderio di portare all'esterno i miei studi seppure ancora non so quale sia la mia vocazione”.
In questo contesto e grazie alla spinta di alcuni amici, è maturato l'impegno per queste elezioni amministrative. “Devo ammettere che non sono mai stata inserita a fondo nelle dinamiche politiche. Perciò, prima di decidere, ho parlato con diverse persone e ho vagliato le varie opzioni. Il risultato di questo lavoro è stato interessante: il bivio era continuare sulla mia strada o implicarmi. Ho scelto la seconda perché mi interessa l'uomo e quindi la città in cui vivo”.
Ma perché proprio al fianco di Sara Funaro? “L'ho conosciuta in un pranzo con alcuni amici. Era interessatissima a me, al mio percorso e non era scontato. Anche lei ha una passione per l'umano che me la fa stimare. L'incontro con lei mi ha liberata tanto perché sono giovane e fare un passo del genere mi pesava. Mi candido in una lista civica perché è ancora presto per identificarmi in maniera netta in un partito”.
Ora c'è la campagna elettorale da fare con i suoi appuntamenti, i suoi incontri. Un mese sulle montagne russe. Venerdì prossimo Carlotta ha convocato amici e simpatizzanti in un bar di via Cesare Battisti, in pieno centro. Una prima occasione per scoprirla da vicino e scambiare idee per la Firenze del futuro. “Mi rendo conto di non conoscere alcune cose però questo non mi fa obiezione perché so chi sono, so che non sono sola e soprattutto so di avere voglia di capire, imparare e chiedere le ragioni e questo cambia tutto”.
Allora cosa si aspetta la “nostra” giovane candidata da questa esperienza? “Non lo faccio per un progetto. E' un tentativo di sequela, di possibilità, di proposta. Questo mi fa sentire libera dall'esito. Già oggi posso dire che ne è valsa la pena perché sto aprendo gli orizzonti e poi sto riscontrando la stima e l'interesse anche da parte di chi non mi voterà”.
Al di là del proprio convincimento, è sicuramente molto bello sentire queste parole, soprattutto pronunciate da una neofita, perché rilanciano una possibilità di bene e di speranza anche in una realtà, come quella della politica, che non sempre offre occasioni di credibilità e di visione.
Per Carlotta, “in un mondo che va estremamente veloce c'è bisogno del contributo dei giovani. La politica rischia di rimanere indietro su alcune tematiche perciò c'è bisogno di chi apporta un approccio differente. Ad esempio fa specie che anche gli stessi fiorentini considerano la città un museo ma non un luogo dove poter crescere. Ed invece stanno sorgendo molti focolai di innovazione”.
Una realtà che la stessa candidata vive in prima persona dato che lavora come tirocinante in una start up dell'Unifi che si occupa di sentiment analysis nel campo del turismo principalmente. “I giovani non vogliono essere costretti ad andare via perciò è importante creare occasioni per loro. Da questo punto di vista, le elezioni europee sono anche più importanti di quelle comunali. Se le intelligenze artificiali non vengono regolamentate sarà un grande problema. Mi auguro che nel piccolo la mia visione possa aiutare. Perciò sono molto grata sia che le cose vadano bene oppure male”.
Il suo tentativo sta suscitando interesse anche al di là dei confini fiorentini. Prima di salutarci, Carlotta ci dice che è stata contattata da alcuni amici del Clu (gli universitari di Comunione e Liberazione a cui lei appartiene) di Venezia per una testimonianza su questa mossa di impegno. Un segnale molto rilevante di come ci sia interesse, a cominciare dai giovani, a trovare ragioni adeguate per un impegno pubblico che vada al di là della propria realtà personale e coinvolga il bene collettivo.