Don Luigi Ciotti suona la sveglia: “La mafia è più forte di prima”
Che c'entra Scandicci con Libera di don Luigi Ciotti? “Niente” risponderebbero molti tra noi. Ed invece non è così. La città alle porte di Firenze e il sacerdote piemontese sono legati da un filo rosso che porta dritti dritti alla promozione della cultura della legalità e della corresponsabilità. Una storia iniziata nel 2012 quando Sandro Fallani, allora assessore comunale e oggi sindaco, lanciò il progetto “Libera la tua terra” che coinvolgeva tutte le scuole di ogni ordine e grado, il mondo associativo e quello imprenditoriale. Un progetto ideato insieme a don Ciotti che proprio in quell'anno era stato a Scandicci per la prima festa nazionale di Libera.
Un impegno decennale che ha visto l'organizzazione di incontri culturali, attività didattiche e manifestazioni sportive con il coinvolgimento di oltre 20.000 partecipanti e l'acquisto di circa 50.000 kg di arance biologiche provenienti dalla Cooperativa Libera Terra “Beppe Montana” che coltiva terreni confiscati alle mafie in Sicilia. L'edizione 2022 ha raddoppiato gli sforzi nonostante le difficoltà derivanti dalla pandemia. Grazie al patrocinio della Città Metropolitana e della Regione Toscana, sono stati coinvolti gli altri Comuni della provincia che hanno aderito in massa, moltiplicando le attività online tra gli studenti e le amministrazioni.
Per l'iniziativa “Vitamine per la scuola”, nella sola Scandicci quest'anno sono state prenotate 3683 kg di arance provenienti da Lentini, Belpasso e Ramacca, comuni siciliani dove insistono i 90 ettari di terreni agricoli confiscati e successivamente destinati alla coltivazione biologica e alla produzione artigianale. Sempre nell'ottica della sensibilizzazione e della partecipazione popolare, domenica 20 febbraio, si sono tenute la Mezza Maratona e la Passeggiata della Legalità, dal titolo “Di corsa contro le mafie”, partite da Piazza della Resistenza grazie al concorso dei volontari e delle associazioni del Social Party, l'Asd podistica Il Ponte Scandicci e Cir Food.
Dato che la legalità è un valore fondamentale soprattutto nell'educazione delle nuove generazioni, “Libera la tua terra” ha coinvolto tre istituti comprensivi scolastici cittadini Altiero Spinelli, Rossella Casini e Vasco Patrolini e i rispettivi comitati dei genitori. Perciò giovedì 17 febbraio le classi hanno fatto la merenda a scuola con le arance della legalità: un gesto simbolico ma ricco di valore che è avvenuto in contemporanea in tutte le scuole, un'ora sperimentale di educazione civica.
In un programma così ricco di iniziative, attività e impegni concreti non poteva mancare la presenza di chi aveva dato la spinta iniziale a questo impegno, ossia don Luigi che è tornato a Scandicci dopo dieci anni. Ad accoglierlo, mercoledì 15 febbraio, un gremitissimo Teatro Aurora, con un pubblico munito di mascherine, super green pass ma anche del desiderio di ascoltare uno dei testimoni più autorevoli della lotta alla criminalità nel nostro Paese. L'incontro, a cui era presente anche un commosso Sergio Staino, illustre fumettista nonché cittadino scandiccese, è stato anche l'occasione per presentare l'ultimo libro di Ciotti “Amare non basta”, pubblicato per Giunti lo scorso anno.
“Abbiamo bisogno del noi, non di navigatori solitari” ha esordito il prete antimafia che quest'anno compirà 77 anni. Il suo primo pensiero è andato al magistrato Antonino Caponnetto di cui nel 2022 ricorrono i 20 anni dalla morte. Fu lui a lanciare l'idea di un pool di magistrati che lavorasse alle indagini sulla criminalità organizzata e coinvolgesse personaggi del calibro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “E' stato un uomo che ha onorato le istituzioni e la magistratura e che ha sacrificato la sua famiglia. Ai suoi funerali non fu presente alcun rappresentante dello Stato ma c'erano tanti giovani e tante belle persone e sono certo che lui fu contento così”.
Sempre parlando di anniversari, gli è stato chiesto di fare un bilancio della legge sui beni confiscati che fu approvata dal Parlamento dopo che Libera e tanti altri soggetti raccolsero un milione di firme a sostegno della proposta legislativa. “Era un progetto lanciato da Pio La Torre che non ne vide la realizzazione perché fu ucciso prima che la legge venisse approvata – ha ricordato don Luigi -. La petizione partì da Corleone, la città di Placido Rizzotto. Da lì è nata una primavera, un cambiamento anche se la mafia continua ad esserci, seppur con forme e modalità diverse. Ma quell'iniziativa ha dimostrato che i giovani ci sono, se vengono accompagnati all'impegno”.
Per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse europee e i pericoli di infiltrazione da parte delle organizzazioni malavitose, Ciotti ha messo l'accento sui risultati che sono stati conseguiti in questi anni: “le cooperative che sono nate e le città come Palermo e Napoli che sono molto cambiate”. Soltanto dopo ha lamentato e denunciato i ritardi e le complicazioni della burocrazia, uno dei mali dell'Italia. “Dobbiamo dirci che le mafie sono tornate più forti di prima, la corruzione dilaga ma tra i cittadini c'è una percezione molto bassa di questi fenomeni che oggi riguardano principalmente il Centro e il Nord. Sulla carta abbiamo una buona legislazione che però non viene applicata. A volte la mediazione politica al ribasso ci fa compiere passi indietro e non in avanti”.
Un altro terreno su cui Libera è particolarmente attiva è quello dell'educazione e della sensibilizzazione delle giovani generazioni. “La mafia ha paura della scuola perché l'educazione è generatrice di vita. Purtroppo le politiche sociali del nostro Paese non rispondono al bisogno della diffusa povertà educativa”. Per questo don Luigi ha rilanciato anche da Scandicci la sua idea di una città educativa. “Non possiamo scaricare tutto sulla famiglia e sulla scuola. Anche le altre componenti della comunità devono entrare in gioco. Abbiamo bisogno del contributo dello sport, dell'arte, della musica, del cinema. Inondare il territorio perché c'è bisogno del contributo di tutti”. Anche della Chiesa che, secondo Ciotti, deve fare proprie le parole di Papa Francesco (“Dà fastidio parlare di un Dio che esige un impegno per la giustizia”): “Dio abita in mezzo a noi, lo incontriamo nella vita, in coloro che fanno più fatica”.
Come immagina il futuro il sacerdote finito sotto scorta per le minacce? Non bellissimo visto che i condannati a 30 anni nel maxi processo sono usciti dal carcere perché hanno finito di scontare la loro pena e sono quindi liberi di riprendere le loro attività criminali. “Il problema mafioso è molto serio. E' cambiato soltanto il suo sistema di azione. Oggi c'è meno sangue, meno stragi, ma più usura, più gioco d'azzardo, più traffico di droga e di rifiuti, più estorsioni”. Da qui un invito che non permette diserzioni: “L'amore è importante ma non basta se non si coniuga con un impegno a costruire la giustizia”. Per questo, prima di scendere dal palco, ha suggerito alla platea di tenere in una mano il Vangelo e nell'altra la Costituzione italiana.
La serata a Scandicci è stata preceduta da un'intensa mattinata che don Ciotti ha trascorso nella città di Firenze. Intervistato dalla direttrice de La Nazione, Agnese Pini, ha incontrato gli studenti al Palazzo dei Congressi, in occasione dell'apertura del Piano Metropolitano della Legalità del capoluogo e della provincia, promosso dalla Città Metropolitana, dall'Ufficio Scolastico provinciale con la rete dei Comuni, nell'ambito delle attività organizzate in tema di cittadinanza attiva. Subito dopo, il numero uno di Libera è stato accolto a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella che lo ha salutato e ringraziato anche attraverso un tweet: “Benvenuto a Palazzo Vecchio, Don Ciotti. Educatore di legalità e testimone di speranza e di vita contro le mafie. E grazie per il continuo messaggio culturale che anche quest'oggi hai diffuso nelle scuole fiorentine”.