“Le cassette dei libri”: il self service della lettura in quarantena
Darsi da fare, ideare soluzioni fattibili, moltiplicare iniziative concrete per non lasciare affogare la cultura, per non assistere impotenti alla chiusura di librerie e anche di case editrici che soffrono con perdite quasi insostenibili dovute al virus. Proposte che non siano solo richieste assistenziali, sacrosante ma non sufficienti in una tempesta come questa. Per esempio, Franco Tozzi, geometra e patron dell’Accademia del Coccio di Lastra a Signa, comune della provincia di Firenze, ha utilizzato la quarantena per lanciare l’iniziativa “Le cassette dei libri” per favorire lo scambio di volumi e la lettura nei lunghi mesi di lockdown.
Un progetto artigianale, fatto e pensato in casa, che però ha riscosso molto successo. In meno di due mesi sono oltre 450 i volumi distribuiti davanti al suo studio di lungarno Buozzi dove sono andato a trovare Franco per farmi raccontare com’è nata questa idea dello scambio dei libri. “Durante la quarantena mi sono accorto che, mentre cresceva il bisogno di mangiare da parte delle famiglie bisognose, c’era anche la necessità di garantire un’offerta per riempire il tempo in maniera intelligente”. Da qui lo spunto di mettere all’esterno una cesta con alcuni testi che i passanti, grandi e piccini, avrebbero potuto prendere o scambiarsi in maniera gratuita nel corso della giornata.
Franco ha parlato della sua idea all’edicolante, al parroco e a un editore locale. Tutti hanno aderito con entusiasmo alla sua iniziativa donando libri di storia, di santi, di cucina, di sport o per bambini. Come se non bastasse, un anziano del posto gli ha regalato altri 250 volumi di tutti i generi. E’ stato così che le ceste si sono moltiplicate. Il resto lo ha fatto il passaparola e i post su facebook su cui il geometra è molto attivo e presente. Con il passare delle settimane, ogni mattina, compreso il sabato e la domenica, Franco ha aperto il suo studio tecnico e messo i libri sulla panchina. Il traffico delle persone è aumentato e così le ceste si sono svuotate. A fine maggio lo scambio è terminato anche perché la vita sta lentamente tornando alla normalità e la gente ha voglia di stare all’aperto e di andare al mare. Alcuni libri sono rimasti e Franco ha deciso di fare una donazione alla cooperativa Mani Tese.
“Ciò che mi soddisfa è che tante persone sono tornate alla lettura in questo periodo. Non è possibile passare le nostre giornate esclusivamente al computer o al telefono” dice orgoglioso Franco che desidera ringraziare tutti coloro che hanno aderito, aiutandolo a concretizzare la sua iniziativa soprannominata simpaticamente “self service libresco”: l’edicola Giotto della Lastra, la casa editrice “Il Masso delle Fate” di Signa e la parrocchia di San Martino a Gangalandi.
Non c’è dubbio che la cultura è uno dei settori più penalizzati, però adesso la preoccupazione dei risvolti economici di questa crisi sanitaria riguarda anche altri comparti, soprattutto per una realtà come quella fiorentina che vive principalmente di turismo.
Da una settimana, ad esempio, Franco ha riaperto i suggestivi locali della sua associazione gastronomica, uno dei ristoranti della tradizione più conosciuti sul territorio. Dopo parecchi giorni di chiusura, il locale è stato debitamente sanificato e riadattato alle nuove disposizioni. Il primo weekend post Covid, però, ha visto pochi clienti in sala. E’ andata meglio la domenica quando è stato garantito il servizio di asporto ma è chiaro che c’è ancora tanta paura e diffidenza da parte delle persone.
Un grande punto interrogativo riguarda anche la prossima festa di Sant’Anna di fine luglio con la concomitante sagra della pecora che però quest’anno è in bilico a causa di tutte le problematiche di sicurezza. Anche per questo momento di aggregazione per la comunità e di respiro economico per le attività locali rischia di saltare.