La piazza di Firenze si oppone ai licenziamenti indiscriminati
Come ha giustamente sottolineato il sindaco Dario Nardella, c'era tutta Firenze stamani in Piazza Santa Croce per la manifestazione che si è tenuta in concomitanza con lo sciopero generale di quattro ore, indetto dai sindacati confederali a sostegno della vertenza della Gkn, l'azienda di Campi Bisenzio dove la proprietà ha annunciato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento dei 422 dipendenti a cui si aggiungono altri 80 provenienti dall'indotto.
Oggi è stata la giornata dell'abbraccio del territorio provinciale a quella che da oltre una settimana è diventata molto di più di una battaglia occupazionale. In piazza c'erano i lavoratori licenziati e le loro famiglie, tutte le sigle sindacali, i rappresentanti delle istituzioni e dei partiti, tantissimi semplici cittadini e la bandiera della Fiorentina Calcio, Giancarlo Antognoni.
Nonostante la calda giornata estiva, alcune centinaia di persone hanno deciso di essere presenti già prima delle 9, orario di inizio della manifestazione che è stata caratterizzata da una serie di interventi dal palco su cui si sono alternati lavoratori ed esponenti sindacali, uniti dallo slogan “Firenze difende il lavoro”.
Il riscontro è stato più che positivo. La piazza ha risposto compatta all'appello alla mobilitazione. Non si contano infatti le adesioni allo sciopero generale: associazioni, delegazioni dalle fabbriche, circoli Arci, Misericordie e tante altre realtà territoriali hanno chiesto il ritiro di tutti i licenziamenti e si sono appellati al Governo e al Parlamento per nuove politiche che tutelino la dignità del lavoro e del tessuto industriale, per un sistema economico basato sui diritti, sulla legalità e sul rispetto delle persone. Richieste non casuali visto che oggi cadevano anche due importanti anniversari: il 20esimo dal G8 di Genova e il 29esimo dalla strage in cui perse la vita il magistrato Paolo Borsellino.
Al grido di “Insorgiamo” il corteo dei dipendenti della Gkn ha fatto ingresso in Piazza Santa Croce da via Magliabechi. Ad accoglierli l'applauso lungo e corale della folla già stipata in piazza e sui gradoni della basilica. Impressionante il colpo d'occhio dall'alto. Uno sventolio di bandiere sindacali e non solo a cui si sono aggiunti fumogeni, tamburi e i cori “Siamo tutti Gkn”, “La Gkn non si tocca” e “La lotta operaia non si ferma”.
Parole molto dure e decise all'indirizzo della proprietà che ha deciso di dismettere l'impianto fiorentino sono giunte da Dario Salvetti, rappresentante dei lavoratori licenziati: “Pensavano di chiudere una fabbrica di grulli visto che per ingannarci sono scappati da questo territorio come ladri. Però ora è il momento di smettere di parlare di questa gente. E' la loro natura e non siamo qui per contestare la natura di un avvoltoio. Loro ci studiamo e ci hanno studiato. Hanno calcolato la nostra indignazione e questa piazza e fino a quando saremo nel loro calcolo verremo considerati come dei numeri”. Perciò è importante andare avanti e avere il Governo come interlocutore. “Ci chiediamo quali strumenti hanno le istituzioni per fermare la delocalizzazione delle fabbriche perché se siete impotenti significa che siete anche complici. Purtroppo la mail che ci licenzia contiene anche tutte le leggi che negli ultimi 20 anni hanno distrutto il mondo del lavoro. Da parte nostra l'impegno che ci prendiamo è di provarle tutte perché non vogliamo perdere la nostra dignità. Siamo chiamati a scrivere la storia, cioè trasformare questa lotta in una battaglia più generale”.
Un grido di dolore che è stato raccolto subito dal sindaco Nardella il quale si è appellato a Roma: "Ci auguriamo che possa intervenire a livello di massima autorevolezza il presidente del Consiglio Draghi perché se questa vicenda della Gkn passa indolore con i licenziamenti confermati si può creare un pericolosissimo precedente sui comportamenti dei fondi finanziari che hanno il controllo di importanti gruppi industriali" . Parole sagge condivise dal primo cittadino di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, nel cui territorio ricade la fabbrica, e dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani presente tra la folla insieme a tantissime altre autorità a partire da parlamentari europei e nazionali fino a tutti i sindaci della provincia accompagnati dai gonfaloni dei loro Comuni.
Tra i presenti in piazza anche Giancarlo Antognoni: "E' giusto essere solidali con i lavoratori", ha dichiarato la bandiera della Fiorentina Calcio, interpellato dai giornalisti.
Ovviamente la mobilitazione non si ferma qui. Il prossimo appuntamento è per sabato 24 luglio quando la mattina nelle strade della zona industriale di Capalle si terrà un corteo nazionale. Intanto si attendono i prossimi passi dei vertici aziendali. Il primo contatto non è andato a buon fine. Nel Tavolo di crisi aperto presso la Regione i manager hanno scelto di disertare la riunione, affidando la loro versione ad un avvocato di fiducia il quale ha confermato la decisione sulla chiusura dello stabilimento e del licenziamento dei dipendenti. Un annuncio che è stato contestato duramente dai rappresentanti istituzionali, sindacali e dei lavoratori i quali, nel frattempo, avevano già occupato la fabbrica in maniera permanente. E' importante ricordare che non stiamo parlando di un'azienda dell'automotive decotta. Nessun calo della produzione era stato previsto e quindi la decisione viene vista come la volontà di delocalizzare al fine di aumentare i profitti. Nelle prossime ore capiremo se lo sciopero provinciale di oggi e il corteo di sabato prossimo indurranno il Governo ad intervenire attraverso il presidente Draghi o il ministro competente Giorgetti che potrebbe convocare tutte le parti interessate ad un vertice al Mise.