“Ho deciso di rischiare, di metterci la faccia. Ho scelto di esserci”
“Scegliere di esserci” è lo slogan che campeggia nel comitato elettorale di Francesco Grazzini, candidato al Consiglio Comunale di Firenze.
La sede, che si trova in via Pier Capponi, a pochi minuti dal centro cittadino, è stata inaugurata lunedì scorso, quando siamo quasi alla vigilia della ufficializzazione delle liste.
Nonostante la campagna elettorale sia ancora ai primordi, però, Francesco è riuscito a riunire un nutrito gruppo di amici e simpatizzanti che hanno assistito al taglio del nastro e alla firma per l'accettazione della candidatura.
In prima fila la moglie Marta e la mamma Giovanna oltre che il candidato sindaco Stefania Saccardi, l'europarlamentare uscente Nicola Danti, l'ex sottosegretario e deputato Gabriele Toccafondi e tanti semplici cittadini di tutte le età; così tanti da non stare tutti nel fondo fittato da Francesco.
Un buon viatico per il ventinovenne fiorentino che, nonostante la giovane età, non è assolutamente nuovo alle cronache politiche cittadine. Cinque anni fa, era già stato candidato consigliere per la lista civica del sindaco Dario Nardella, risultando il primo dei non eletti, con un ampio suffragio: 691 preferenze. Non male per un neofita di una competizione amministrativa tra le più impegnative per un politico.
In questo lasso di tempo, tra un'elezione e un'altra, si è avvicinato a Matteo Renzi e dal 2019 ha assunto l'incarico di coordinatore fiorentino di Italia Viva. “Un percorso politico in cui ho messo tutto il mio impegno e la mia passione, portando avanti tante battaglie coraggiose, per l'Italia come per Firenze”.
Già in precedenza, però, Francesco era stato rappresentante di istituto al Liceo e poi senatore accademico in Università. Un impegno a favore della cosa pubblica e del bene comune che lo ha portato ad essere nel Consiglio direttivo del Banco Alimentare della Toscana che redistribuisce ogni anno 8mila tonnellate di alimenti a 120mila famiglie bisognose, oltre ad essere parte attiva del mondo cattolico con il movimento di Comunione e Liberazione.
Una passione per la politica e l'amministrazione ereditata in famiglia dal babbo Graziano, scomparso troppo presto quasi venti anni fa, che era stato prima consigliere a Palazzo Vecchio e poi in Provincia. “Da lui ho ereditato il desiderio di impegnarmi a migliorare ciascuna delle realtà in cui vivo”.
La nuova avventura si presenta abbastanza ambiziosa. Conquistare uno scranno nel Salone dei Duecento con una candidatura nel terzo polo, né con la destra né con la sinistra. La strada è in salita ma Francesco è orgoglioso di essere al fianco di Saccardi, attuale vicepresidente della Giunta regionale della Toscana.
“Stefania è una candidata sindaco coraggiosa e libera dal populismo della destra e dalle logiche arrugginite della sinistra fiorentina a guida PD, che ha scelto una coalizione con i grillini e con la sinistra della sinistra, quelli dei no ideologici a qualsiasi cosa”.
Una scelta coraggiosa e difficile ma Francesco non ha dubbi: “Ho deciso di rischiare, di metterci la faccia. Ho scelto di esserci”. Una candidatura plurale, non solitaria. La sua corsa infatti è sostenuta e affiancata da quella di tanti altri giovani che riempiono il comitato e hanno rischiato anch'essi in prima persona magari con una candidatura nei consigli di quartiere.
L'investimento sui giovani è sicuramente uno degli aspetti più interessanti di questa campagna elettorale. “In un momento in cui per la mia generazione la politica è una cosa da cui stare il più lontano possibile, c'è bisogno di giovani che alzino lo sguardo dai propri piedi e testimonino che invece la politica può essere la forma più bella di servizio al bene comune”.
Il cammino è appena iniziato, la meta è ancora lontana ma l'entusiasmo e l'impegno sono un ottimo carburante. L'allestimento del quartier generale renziano, a distanza di pochi metri dalla sede della Cgil (scherzi del destino...), è quello delle grandi occasioni: brochure e santini ovunque, gigantografie di Francesco e un planning con tutte le date e gli appuntamenti in cartellone.
La campagna elettorale sarà per metà tradizionale con incontri dal vivo, caffè e telefonate; per l'altra metà innovativa con un'attività social spinta in grado di intercettare l'elettorato giovane.
La cosa importante sarà restare sui temi e non perdere tempo nella spicciola polemica politica che lascia il tempo che trova. Anche su questo Francesco offre diverse garanzie.
Il suo programma è semplice e puntuale. Sono undici i punti principali. Si comincia con l'aeroporto di Peretola con la richiesta di accelerare i tempi per la realizzazione della nuova pista. Rimanendo sulle infrastrutture, ci si impegna per il completamento della rete tranviaria e per garantire parcheggi gratis negli ospedali.
Un altro punto di forza è il miglioramento della viabilità cittadina, partendo da una diversa governance delle multe che sono le più alte d'Italia. Una misura di cui, secondo Francesco, hanno beneficiato soltanto le casse del Comune e non la sicurezza dei fiorentini.
Occhi puntati anche sulla questione dello Stadio così come sulla rivitalizzazione del centro storico, sempre più in preda di un turismo incontrollato. Legato a questo è il problema della sicurezza urbana visti i tanti episodi di microcriminalità e degrado raccontati dalla stampa locale.
Ovviamente per il candidato consigliere un posto speciale hanno le tematiche relative al sociale per il quale si chiede che il Comune di Firenze abbassi le tasse a carico delle associazioni e degli enti del no – profit. Una collaborazione tra Enti è anche auspicata per le politiche a favore dei giovani e delle famiglie, magari portando avanti il progetto regionale dei nidi gratis.
C'è tanta carne al fuoco e sarebbe auspicabile che in Consiglio Comunale possa esserci spazio per queste idee di buon senso. La sfida di Francesco è difficile ma non impossibile. “Se si ragiona in termini numerici conveniva fare un passo di lato. Il mio tentativo è dimostrare che, dinanzi al governo della città, ci sono persone che scendono dal balcone e si mettono in gioco. A me interessa la città che vivo e la politica nasce proprio dall'amore per il luogo in cui si vive”.