"Porto al Quirinale la rivoluzione del taxi e i ragazzi di Baan Unrak"
Ci sarà anche Zia Caterina fra le trenta personalità che venerdì prossimo riceveranno dal presidente Sergio Mattarella un’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana. Al secolo Caterina Bellandi, 58 anni compiuti il 6 marzo scorso, la tassista fiorentina è stata scelta dal capo dello Stato tra i “casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani”.
La notizia proveniente dal Quirinale ha raggiunto Caterina mentre stava per partire alla volta della Thailandia, più precisamente Baan Unrak, dove c’è un villaggio fondato da Donata Dolci che raccoglie famiglie svantaggiate e bambini fragili. Qui, grazie a un progetto nato dalla storia di Super Elya, è stato costruito un pozzo che contribuirà a migliorare le condizioni di vita di questo fazzoletto di terra nella foresta.
Ma chi è Zia Caterina? Per chi abita a Firenze e dintorni non c’è bisogno di presentazioni perché da un ventennio circa questa signora bionda sempre sorridente, gira per le strade cittadine con il suo taxi tutto colorato, rumoroso e pieno di peluche, chiamato Milano 25 e da cui è nata anche un’associazione di volontariato. L’obiettivo è quello di fornire assistenza, ma ancor di più momenti di spensieratezza, ai bambini malati di tumore e alle loro famiglie, accompagnandoli gratuitamente con la sua auto ad effettuare le cure presso l’ospedale Mayer.
La storia di Zia Caterina è iniziata dopo la prematura scomparsa del compagno Stefano che era appunto un tassista. Da lui ha ereditato la licenza e quindi ha iniziato a guidare il taxi trasformandolo però in breve tempo da auto di servizio in “motore d’amore”.
Dopo venti anni, Caterina continua a svolgere con passione il suo lavoro di tassista e parte della giornata la dedica ad accompagnare e distrarre i bambini malati. Inoltre, ha creato una rete di persone che, tramite la Onlus, collabora con lei nelle tante iniziative intraprese a favore dei malati tra cui ci sono l’organizzazione di momenti ludici, incontri ed eventi “con il suo taxi Milano 25”.
Per questo Mattarella ha deciso di premiarla con la seguente motivazione: “Per la generosità nel donare serenità ai bambini malati e alle loro famiglie accompagnandoli gratuitamente con il suo taxi ad effettuare le cure". E Zia Caterina ci sarà il 31 marzo a Roma. Arriverà direttamente da Bangkok e farà ingresso al Quirinale a bordo del suo taxi dai mille colori, così come non rinuncerà ad indossare i suoi vestiti, il suo mantello e il suo cappello, a cui aggiungerà sul volto i disegni tipici di Baan Unrak.
Ce lo ha confermato lei stessa in una lunga e bellissima telefonata whatsapp che abbiamo concordato in una delle poche pause durante la sua missione tailandese. “Sono onorata e commossa dell’invito del presidente Mattarella. Pur rispettando la solennità del luogo e della cerimonia, non posso snaturare me stessa. Voglio essere il messaggio di ciò che dico e faccio quotidianamente. Porterò semplicemente la mia esperienza: l’amore è il fondamento che cambia tutta la vita”.
Parliamo mentre al suo fianco ci sono ragazzi che studiano per un futuro migliore e Caterina ci tiene subito a precisare che lei è un’oblata benedettina, cioè una laica consacrata. Una decisione nata dal rapporto e dall’amicizia con padre Bernardo Gianni con il quale condivide la missione di stare accanto alle famiglie in momenti di difficoltà. L’abate di San Miniato, infatti, ha dato vita al progetto “La stanza accanto” con il quale accompagna e aiuta i genitori nell’elaborazione del lutto per la perdita di un figlio. Ma ci sono anche altre figure che hanno segnato la vita della tassista nata a Prato e trapiantata a Firenze. Un altro esempio è quello di don Gigi Verdi grazie al quale a Romena è nato il gruppo Naim con il quale si pianta un albero per ogni bambino volato in Cielo. Caterina ha fatto incontrare i due sacerdoti perché “condividono un approccio di infinito seppur terrestre" e poi "in quanto professano una qualità di vita anche nel dolore dal quale può fiorire vita nuova”.
La fede, dunque, è una chiave di lettura fondamentale per comprendere l’esperienza di Milano 25. Lo spiega la stessa Caterina: “Inizialmente per me la fede era qualcosa di superficiale. Quando Stefano è morto è nato in me il desiderio di trovare qualcosa di più. Oggi quella Parola la vivo e la incarno. Ho ereditato il taxi ma anche un dolore che si rinnova insieme a una speranza di vita. Non bisogna fermarsi alla sofferenza perché si può essere in vita per sempre”.
Al centro c’è innanzitutto la relazione con le persone che Caterina incontra. “Vorrei che l’esperienza che i bambini e le loro famiglie compiono salendo a bordo non fosse dimenticata. Tendo la mano a tutti e per questo ho fatto il voto di castità. A volte il mio entusiasmo spaventa ma il mio taxi deve essere una rivoluzione. D’altronde lo stesso Gesù è stato il più grande rivoluzionario perché ci chiede la risurrezione. C’è la morte ma anche la promessa di una vita nuova”.
Non solo in Cielo ma anche qui sulla terra. Questo convincimento ha portato la tassista tre anni fa in Thailandia dove, tra l’altro, ha trascorso il periodo del lockdown. Ci è tornata a inizio marzo dopo che il 28 febbraio, in Piazza della Signoria, era stata accolta da un bagno di folla per un flash mob in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare. A Baan Unrak, oltre a verificare lo sviluppo del progetto del pozzo, Caterina trascorre le sue giornate con i bambini del villaggio con i quali, quando non sono a scuola, gioca, fa gite, prega e medita.
Anche se lontana dall’Italia, Caterina sta continuando a lavorare a tanti nuovi e ambiziosi progetti. Ha già iniziato a fare volontariato in due ospedali per adulti a Prato e ad Empoli. In più, a breve sarà pronto un nuovo taxi, chiamato Super Sole e di colore bianco e giallo a forma di formaggio. Il nuovo mezzo sarà dedicato a Maria Sole, una bambina che da cinque anni vive su una stella, figlia di Isabella e Leonardo Marras, quest’ultimo assessore regionale all’economia e al turismo. Lei è disegnata come un dolcissimo topolino (è l'avatar che la piccola Mariasole Marras scelse personalmente) ed infatti all’interno del taxi ci saranno due grandi padiglioni auricolari, segno della capacità di ascolto dei piccoli.
A fine aprile, inoltre, è previsto un open day nella casa che fu della mamma di Caterina che è scomparsa di recente. Tre giorni di porte spalancate ai bambini e alle loro famiglie per piantare fiori, stare insieme a contatto con la natura con lo scopo di educare al sentimento. Nel cassetto anche il progetto della tana dei supereroi dedicata sempre ai bambini malati che hanno il diritto di vivere un sorriso e di aprirsi alle relazioni. Infine, il sogno è quello di fare in modo che a Firenze giunga una ragazza 22enne incontrata in Thailandia desiderosa di studiare moda in Italia. Caterina cercherà finanziatori per un progetto che le consenta di ospitarla e farle vivere l’esperienza di Pitti.
Anche se ci tiene alle sue radici pratesi, nelle sue parole ricorre sempre Firenze che è diventata l’epicentro di tutta la sua attività. “Ho conquistato la città con umiltà, standoci e percorrendo le sue strade. E’ vero che nessuno è profeta in patria però una volta che ho conquistato il cuore dei fiorentini sono stata amata anche a Prato. Oggi sono orgogliosa di essere stata adottata da Firenze che mi ha dato una riconoscibilità e una credibilità che altrimenti sarebbe stata difficile da avere”.
Si sente lontano un miglio che Caterina, nonostante il dolore e le difficoltà, ama tantissimo il suo lavoro che per lei è quello più bello del mondo. Si definisce un’artista di strada e lo spiega rifacendosi alla definizione di taxi: “Servizio pubblico reperibile in piazza”. E’ contenta di “servire l’altro perché ti insegna sempre qualcosa. Ho imparato tanto da chi sale e che scende”.
Ci sarebbero tante storie e vite da raccontare e da riportare ma il tempo del nostro appuntamento telefonico sta per scadere. Perciò mi rimanda al libro “Taxi Milano 25”, pubblicato dalla casa editrice San Paolo che l’ha fatto tradurre anche in tedesco. A scriverlo è stata Alessandra Cotoloni che, salita sul magico taxi per alcuni giorni, ha visto Zia Caterina all’opera ed ha ripercorso tutta la sua esperienza.