Fratres compie 50 anni: la cultura della donazione come risorsa
“Donare sangue è donare vita”. E' questo lo slogan che campeggia nella home page del sito del gruppo Fratres “G. Nesi” di Lastra a Signa, in provincia di Firenze. Sono andato a visitarlo prima di raccontare la storia di questi donatori che mi hanno incuriosito perché vanno avanti da cinquant'anni. Proprio il 2021, infatti, è l'anno di questo importante anniversario che si sta caratterizzando per una serie di celebrazioni e iniziative sul territorio, seppur con alcune limitazioni dovute all'emergenza sanitaria ancora in corso.
Per riannodare il filo dei ricordi e scoprire la formula magica di un'associazione così longeva nel tempo ho raggiunto i volontari a casa loro, ossia nella sede che si trova in centro alla Lastra, nei locali che la Misericordia ha messo loro a disposizione. Ad accogliermi sono la presidente di Fratres, Sandra Mugnaini; la donatrice e volontaria del Consiglio direttivo, Enrica Falcini; e Guido Damiani, che è un po' la memoria storica del gruppo essendo stato tra i pionieri.
Parliamo subito della pubblicazione a cui stanno lavorando. “Stiamo preparando un libretto dove racconteremo la nostra storia – mi dice Sandra -. Abbiamo raccolto le testimonianze delle persone che hanno dato il via a questa straordinaria avventura. Si tratta dei membri più anziani che sono la memoria storica della nostra associazione. Sono ricordi preziosi che colpiscono a livello emotivo e che rendono bene l'idea di quanta continuità e legame ci sia tra le persone. E' un'esperienza che si tramanda in famiglia e che vive sul territorio. Anche per questo, abbiamo cercato e raccolto foto e articoli dei decenni passati”.
Il compleanno di Fratres è stato il 18 aprile scorso perché in quel giorno del 1971 nasceva il primo drappello di donatori e volontari. Per sottolineare la circostanza, è stata organizzata una giornata straordinaria dedicata soltanto alle visite di prima idoneità che è il primo step per diventare donatori. Si sono presentate una ventina di persone e la cosa bella, sottolinea Guido, è che ci sono state molte richieste provenienti dai giovani, segno che la donazione è un gesto traversale a tutte le età.
Da quel 1971 di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Oggi Fratres è assolutamente una delle associazioni di volontariato più affermate sul territorio lastrigiano ma anche a Firenze e in Toscana. Il Consiglio direttivo è formato da 7 persone mentre volontari attivi sono una decina. Nel 2020, anno della pandemia, sono state contate ben 501 donazioni. Un dato straordinario se confrontata con la media annuale che è di circa 420/430 donatori. Nel primo quadrimestre di quest'anno, mi dice sempre Guido, i dati sono in crescita. “Il Covid ha scatenato un'ondata emotiva verso gli altri. Noi non abbiamo perso una giornata di donazione e la gente è sempre venuta”.
Neanche il virus, quindi, ha fermato le attività di Fratres che ogni ultima domenica del mese apre le porte della sua sede ai donatori. Ogni giornata di raccolta è importante perché, in media, avvengono 25 donazioni a cui si aggiungono 4/5 visite di idoneità. Si tratta di risultati possibili grazie all'intensa attività di promozione e di presenza che i volontari svolgono sul territorio. E' davvero difficile elencare qui tutti gli eventi a cui l'associazione ha partecipato e partecipa.
Fratres è presente nei momenti più significativi della vita cittadina: fiere, Festa del libro, Festa del lego, messe, mercatini, Carnevale. Collabora con Lastra shopping e quindi con i commercianti. Ultimamente ha coinvolto i panettieri e i negozi di alimentari che hanno distribuito ai clienti ben 5mila sacchetti del pane con la scritta “La donazione è importante come il pane”. A San Valentino, aggiunge Enrica, nei bar e nei ristoranti si trovavano anche bustine di zucchero personalizzate a forma di cuore. Lo stesso è stato fatto con i negozi a cui sono state consegnate bustine contenente gel per le mani.
Da due anni, purtroppo, è fermo invece l'evento “Donna dona” che veniva programmato in concomitanza con la festa dell'8 marzo grazie alla collaborazione con il Comune e il Teatro delle Arti e coinvolgendo altre associazioni con lo scopo di parlare di volontariato e di dono al pubblico femminile, sempre molto sensibile a queste tematiche. Per tre anni consecutivi, è stato portato avanti anche l'Aperidona che era rivolto alla popolazione giovanile (18-35 anni). Fratres offriva l'aperitivo a tutti coloro che lasciavano il proprio contatto.
Le idee non mancano anche se per concretizzarle c'è bisogno di un supporto di tipo economico. Sandra mi spiega che fino a qualche anno fa l'associazione non aveva grandi problemi. E' vero che per ogni donatore gli viene riconosciuto un contributo regionale ma questi fondi non bastano a coprire le spese affrontate per le giornate di donazione e per le attività di promozione. Dal 2014 Fratres è accreditata presso la Regione Toscana e quindi si è dovuta adeguare alle normative europee. I medici e gli infermieri non sono più volontari ma essere iscritti all'Albo dei medici del Centro trasfusionale, e dunque avere dei requisiti specifici ed essere regolarmente retribuiti.
Nonostante tutte queste difficoltà, i volontari restano convinti che donare il sangue è fondamentale. Su questo Guido non ha dubbi: “Se si fermano i Centri trasfusionali, si ferma tutto il sistema regionale. Pensiamo a quanto accade in estate dove c'è il crollo delle donazioni e delle riserve. Il sangue non può essere prodotto in laboratorio. Donare è una responsabilità della persona adulta. Fondamentale sarebbe parlarne nelle scuole. Noi abbiamo un progetto con le scuole medie. Parliamo del sangue come tessuto e poi vengono in sede, vedono la sala prelievi e hanno le testimonianza di chi dona e di chi il dono lo riceve. Sono cose che i ragazzi ricordano perché parliamo di messaggi che colpiscono”.
La donazione si può compiere dai 18 ai 65 anni. 2 volte all'anno per le donne in età fertile, 4 gli uomini. Le giornate della donazione si svolgono una volta al mese oltre ad alcune date straordinarie. Non c'è nessuna trafila da seguire: quando il donatore arriva in sede riempie un questionario, svolge la visita medica e poi passa nella sala prelievi. Una volta conclusa la donazione gli viene offerta la colazione e dopo alcuni giorni riceve a casa gli esami di routine. Il tutto in un'ora. Per donare è fondamentale prenotarsi. La sede di Fratres è aperta anche a Natale, a Pasqua e l'8 dicembre.
Prima di andare via chiedo ai tre volontari che mi sono davanti di raccontarmi la loro personale esperienza di donatori. Comincia Sandra: “Non ho iniziato presto a donare. Mentre mio marito già donava io ho cominciato dopo i 35 anni. Da lì ho conosciuto Guido e mi sono trovata coinvolta in questa realtà che regala anche molte soddisfazioni. Molte volte non si pensa nemmeno che esista una realtà del genere e che possa servire. Le giornate ci aiutano a farci conoscere e a far capire l'importanza di questo dono e di questo gesto”.
Guido mi racconta invece che lui ha iniziato a donare da giovane essendo stato anche un lavoratore in ambito ospedaliero. Ma c'è un episodio che Guido aggiunge e che è davvero commovente. “Il mio sangue era compatibile con quello di un ragazzo che è cresciuto con il sangue mio e di un altro piccolo gruppo di persone. E' stato un rapporto che è durato una ventina d'anni. Dopo già 12 anni che andavo a donare, mi hanno chiamato dal Centro trasfusionale perché il ragazzo doveva fare un intervento e c'era bisogno del sangue per farlo andare in sala operatoria. Mi sentivo in simbiosi con lui. Volevo sapere come stava ma mi sono comportato in maniera anonima e professionale”.
Infine c'è Enrica. Lei, a differenza di Sandra, non è stata coinvolta da nessuno. Ha avuto una spinta personale. “Oggi sono dispiaciuta per gli anni che ho perso. Eppure in famiglia il mio babbo e il mio nonno erano donatori. Perciò quando parlo con i ragazzi faccio di tutto per spingerli a mobilitarsi. Bisogna creare una cultura della donazione che è una cosa bella, una risorsa per sé e per la società”.